Erba, la pista della faida per la droga. I proventi nella casa della strage
Il sostituto procuratore generale di Milano Cuno Tarfusser ha ottenuto l'ok all'istanza per la revisione del processo: "Un'indagine lacunosa"
Strage Erba, si ribalta tutto. I tre uomini mai identificati e la pista della droga
Si è riaperto in maniera clamorosa il caso sulla strage di Erba. Il sostituto procuratore generale di Milano Cuno Tarfusser, il pm che ha ottenuto l'ok all'istanza per la revisione del processo punta il dito su un'indagine lacunosa che non ha valutato piste alternative. Una di queste - si legge su Il Messaggero - porta allo spaccio. La difesa di Olindo e Rosa ha chiesto di sentire un nuovo testimone: Abdi Kais, amico di Azouz Marzouk (marito della Castagna). Il tunisino ha riferito di una faida con un gruppo rivale di marocchini e ha riferito che i proventi della droga venivano custoditi nell'appartamento dove poi si consumò la strage. Altri due testimoni hanno parlato dell'avvistamento, nei pressi del condominio, di tre uomini (due all'apparenza extracomunitari), mai identificati.
Leggi anche: Europee, i capilista di FdI se Meloni non si candida. I nomi in anteprima
Leggi anche: Sgarbi, ennesima 'grana' per Meloni. Pd-M5S-Avs: "Revoca del sottosegretario"
Ma i dubbi paventati dai loro difensori, dal sostituto procuratore generale di Milano Cuno Tarfusser e da una folta schiera di innocentisti sono molteplici. Secondo il pm - prosegue Il Messaggero - la confessione degli imputati Rosa e Olindo sarebbe stata indotta, e inoltre è inattendibile l'unico testimone oculare e mal repertata la macchia di sangue che ha funto da "prova regina". Olindo Romano e Rosa Bazzi in tutti e tre i gradi di giudizio sono stati ritenuti colpevoli per la strage di Erba "oltre ogni ragionevole dubbio". Ma il processo adesso è tutto da rifare, dopo le 58 pagine dell'istanza che ha indotto la procura a riesaminare un caso che sembrava definitivamente chiuso.