Eredità Savoia, beffa delle residenze reali. Il diadema e lo chalet a Gstaad
Con la morte di Vittorio Emanuele è partita anche la corsa alla successione, tra scrigni segreti e ville a Parigi e Ginevra
Eredità Savoia, lo scrigno segreto e il tesoro nella sacrestia di Bankitalia
Vittorio Emanuele di Savoia è morto e subito si è aperto il capitolo della successione per gli eredi. Ma molte cose che appartenevano alla casa Reale non ci sono più. Ad esempio i tanti immobili, le residenze reali in Italia. Tutto ora - si legge su Il Corriere della Sera - fa capo allo stato italiano, palazzo Madama a Torino come il castello di Racconigi o la Venaria reale. Ma in Francia e Svizzera, invece, i Savoia hanno diverse proprietà. Per secoli ad esempio sono stati proprietari dell’abbazia di Altacomba dove nell'83 fu sepolto re Umberto. Poi l’abbazia è stata ceduta allo stato francese. Dunque oggi le proprietà che Emanuele Filiberto eredita sono immobili — a Ginevra o Parigi con la villa di Cavallo e lo chalet di Gstaad — che Vittorio Emanuele aveva acquistato o fatto costruire con i profitti di anni di mediazioni commerciali, specie il periodo in cui lavorò per la Agusta per piazzare commesse di elicotteri, sfruttando la sua rete di connessioni aristocratiche: dal cugino re Baldovino del Belgio allo Scia di Persia.
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Resta il mistero - prosegue Il Corriere - dei favolosi gioielli della Corona, o meglio i Gioielli custoditi nella sacrestia di Bankitalia. "Il grande diadema che fu della regina Margherita, la sovrana più elegante di casa Savoia che comparve a teatro a Vienna, vestita di rosso e scintillante di diamanti e perle. Poi ci sono diamanti e perle a goccia. E spille, due grandi bracciali, un chocker, una grossa riviére di brillanti, e una grossa catena con nappe finali e cinque grossi fiocchi preziosi che la sovrana indossava spesso: tutti pezzi realizzati dal gioielliere Musy che negli anni furono indossati dalla regina Margherita e dalla regina Elena, mai da Maria José l’ultima regina", come ha spiegato al Corriere l’esperto Stefano Papi messo sulle tracce del tesoro reale di Casa Savoia anni fa.