Esplosione Calenzano, trovato l'ultimo disperso: le vittime sono 5. Un testimone: "Così mi sono salvato"
Aperta un'inchiesta non solo per omicidio colposo plurimo
Morti sul lavoro, arriva nuovo reato omicidio lavoro, benefici e aggravanti
"I lavori della commissione del ministero della Giustizia che si sta occupando delle norme riguardanti la sicurezza sul lavoro sono in dirittura di arrivo. Entro pochi giorni depositeremo la relazione e una proposta per una nuova fattispecie di reato di 'omicidio sul lavoro' che conterrà specifiche aggravanti per chi non adempie ai fondamentali obblighi di prevenzione. Chi avrà posto in essere tutte le condotte di protezione dei lavoratori ed avrà adottato un efficace modello organizzativo 231 potrà beneficiare di un trattamento premiale, ferma la piena responsabilità per il risarcimento del danno. È una normativa che propone una severa componente sanzionatoria ma, nel contempo, cerca efficacemente di prevenire gli infortuni". Così il vice ministro alla Giustizia Francesco Paolo Sisto a Tagadà.
Aperta un'inchiesta non solo per omicidio colposo plurimo
Omicidio colposo plurimo sarebbe una delle ipotesi di reato per le quali la procura di Prato ha aperto un'inchiesta dopo l'esplosione al deposito Eni di Calenzano, comune in provincia di Firenze che ricade però sotto la giurisdizione della magistratura pratese. Da apprende l'Ansa ci sarebbe almeno anche un'altra contestazione. Dalla procura però non trapela alcuna informazione su quale sia l'altro titolo di reato e se siano già state iscritte delle persone nel registro degli indagati.
Calenzano, il pm nomina due consulenti che si occuparono di Capaci
Sono l'esplosivista Roberto Vassale e il chimico esplosivista Renzo Cabrino i due consulenti incaricati dalla procura di Prato per svolgere accertamenti per le indagini sulla deflagrazione avvenuta ieri nel deposito Eni di Calenzano (Firenze). Entrambi hanno tra l'altro già lavorato come periti nella strage di Capaci, inchiesta di cui si è occupato il procuratore di Prato Luca Tescaroli quando era pm a Caltanisetta.
Un operatore ha dato l'allarme, poi l'esplosione
Poco prima dell'incidente a Calenzano, un operatore che era al deposito dell'Eni ha dato l'allarme, pochi secondi dopo si è verificata l'esplosione. Lo riporta l'Ansa che si è messa in contatto con ambienti investigativi. Tutto è avvenuto alla pensilina numero 6 dell'area di carico che ne conta 10. Alle 10:21 e 30 secondi, questa l'orario registrato, un operatore con un pulsante h.
Trovato anche l'ultimo disperso: le vittime sono 5
È stata trovato anche il corpo dell'ultima persona data per dispersa nell'esplosione del deposito Eni a Calenzano. Le vittime salgono così a 5
A Calenzano sciopero e assemblea alla raffineria Eni di Livorno
Come scrive l’Ansa, a seguito della tragica esplosione di ieri nel deposito Eni di Calenzano, è stato proclamato oggi uno sciopero di due ore con assemblea e presidio davanti alla raffineria Eni di Livorno, da Fim Fiom Uilm di Livorno e il Coordinamento Rsu delle ditte dell'indotto Eni.
Almeno 500 lavoratori da stamani alle 8.30 si sono riuniti in assemblea davanti ai cancelli della raffineria Eni. "Lo sgomento - dicono i sindacati - è per quei lavoratori e per le loro famiglie, questa è una guerra silenziosa che sembra non finire mai e suscita interesse sempre solo dopo tragedie come questa. La rabbia perché non si può morire lavorando".
Calenzano, trovati due dispersi: salgono a 4 le vittime
Sono stati ritrovati due dei tre dispersi nell'esplosione. Da quanto appreso sarebbero stati ritrovati nell'area della pensilina dell'area di carico. Salgono a quattro le vittime accertate.
Esplosione Calenzano, ennesima strage sul lavoro: si indaga per omicidio colposo
Nella mattinata di ieri una terribile esplosione al deposito Eni di Calenzano tra Firenze e Prato ha provocato l'ennesima strage sul lavoro. Il bilancio parziale è drammatico: 2 morti, 3 dispersi e 26 feriti. La Procura di Prato ha aperto un'inchiesta per omicidio colposo, molti allarmi negli anni precedenti erano stati inascoltati.
Sono le 10.21 quando dalla raffineria Eni di Calenzano - riporta Il Corriere della Sera - viene fuori prima una palla di fuoco, poi una gigantesca nuvola di fumo nero che oscura il cielo in una vasta area densa di insediamenti industriali, commerciali e qualche abitazione. Un normale rifornimento di carburante si trasforma in tragedia.
L’incubo che in tanti da queste parti hanno più volte paventato sembra materializzarsi. All’esplosione segue una terribile onda d’urto che spacca muri, finestre e controsoffitti in un raggio di oltre 300 metri. Come una bomba, un missile. Molti dei feriti sono stati colpiti proprio da schegge di vetro e frammenti di infissi.
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L’esplosione viene avvertita anche a Firenze e Pistoia. A seguire, l’alert della Protezione civile che arriva sui telefonini in un raggio di 5 chilometri. Bloccate l’autostrada A1 e la linea ferroviaria tra Firenze e Prato. "Pensavo fosse acqua. Poi ho sentito l’odore del carburante. Mi sono voltato e ho visto che il condotto che portava la benzina verso l’autocisterna aveva delle perdite. Sono scappato via, poi è esploso tutto". Il testimone è un dipendente di una ditta esterna all’impianto di via Erbosa. In quel momento era il più vicino ai cinque colleghi travolti dalla palla di fuoco. È salvo solo perché è riuscito a rifugiarsi in tempo nella palazzina degli uffici, lontano dalle postazioni di carico.
E poi - prosegue Il Corriere - c’è quella inquietante nuvola di fumo e l’odore acre tutto attorno. I residenti, anche nei Comuni vicini, vengono invitati a "non uscire di casa o a indossare le mascherine". Un incidente che poteva avere conseguenze ancora più pesanti del già tragico bilancio: due morti accertati, tre dispersi e 26 feriti, di cui due gravi nel reparto grandi ustionati di Pisa. Solo una delle vittime è stata identificata: Vincenzo Martinelli, 53 anni, residente a Prato ma originario di Napoli. Era uno dei due autotrasportatori alla guida dell’autocisterna che stava caricando il carburante. Collega anche l’altra vittima, un 57enne, da identificare.