"Facciamo il bunga bunga, spogliati". Cogne, un 65enne ridotto in schiavitù

La vittima era il padrone di casa e i carnefici una coppia di inquilini di 57 e 64 anni. "Mi sento male, non mi violentate". Così sono scattati gli arresti

Di Redazione Cronache
I Carabinieri di Montespaccato
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Cogne, l'incubo di un 65enne. I suoi inquilini lo violentavano. La polizia scopre tutto

"Raccapriccianti violenze subite", annota il gip, videoriprese dal circuito di videosorveglianza dell’abitazione. Il caso è venuto alla luce perché la vittima, stremata, il 21 febbraio scorso ha suonato alla caserma dei carabinieri di Cogne e ha denunciato tutto ai militari, a quel punto sono scattati gli arresti. Così - si legge su Il Corriere della Sera - è finito l'incubo per un 65enne. L'uomo, nonché padrone di casa, era stato ridotto in schiavitù dai suoi due inquilini, una coppia di Caltanissetta, lei 64 anni e lui 57. Nei filmati acquisiti dai carabinieri le prove delle dieci violenze subite dalla vittima. Anche la donna partecipava agli stupri: "Adesso diventiamo cattivi, così fai felice mio marito. Spogliati subito che oggi facciamo il bunga bunga. E mi devi far divertire". Sono queste alcune delle frasi che la coppia diceva al malcapitato 65enne.

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Lui li supplicava: "Mi sento male, non mi violentate". L'ultima volta il 18 dicembre scorso quando a scoprire che cosa accadeva nell'appartamento a Cogne le telecamere piazzate nell’appartamento riprendono una delle dieci violenze subite dal padrone di casa. Moglie e marito originari di Caltanissetta, vengono così accusati - prosegue Il Corriere - di riduzione in schiavitù. Abusi durati mesi sull'uomo, proprietario dell'appartamento che i coniugi avevano preso in affitto a giugno a Cogne. Il 26 marzo scorso i due sono stati arrestati dai carabinieri. La decisione del tribunale di Torino è attesa per il 4 aprile. La difesa dei due indagati non sarà semplice perché nell’ordinanza firmata dal gip sono riportati alcuni delle centinaia di particolari acquisti dai carabinieri del comando provinciale di Aosta dall’inizio delle indagini.

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