Fassino: "Lei non sa chi sono io". Pd, imbarazzo e silenzi per quel furto
In caso di richiesta di processo non servirà l’autorizzazione della Camera, in quanto il reato è di natura penale. Si procederebbe con il rinvio a giudizio
Fassino, il profumo rubato e l'abbandono del Pd. Quasi nessuno dei "compagni" interviene
Piero Fassino continua a dichiararsi innocente in merito al presunto furto di un profumo in aeroporto, il deputato del Pd dice che si è trattato di un equivoco e che non aveva intenzione di rubare. Ma gli inquirenti non sono convinti di questa versione perché i vigilantes avrebbero parlato di "altri casi simili". Allegato a tutta la documentazione - riporta Libero - c'è anche un video di una delle tante telecamere a circuito chiuso presenti nel duty free che avrebbe ripreso le fasi del presunto furto. I frame del filmato sono stati acquisiti dalla Polaria che sta mettendo in fila tutti i tasselli della vicenda riguardante una confezione da 100 euro di un profumo Chanel. A nome di Fassino ha parlato l’avvocato: "Un banale e increscioso episodio che avrebbe meritato un approfondimento pacato si sta clamorosamente trasformando in una aggressione mediatica, un vero e proprio processo parallelo che trova come unica spiegazione il cognome noto del cittadino coinvolto".
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Acquisiti gli atti, - prosegue Libero - toccherà alla procura di Civitavecchia decidere se indagare il parlamentare per furto e se interrogarlo. Ma potrebbe anche archiviare, vista la "tenuità del fatto". Per procedere, comunque, non occorrerà l’autorizzazione della Camera, trattandosi, nel caso, di un presunto reato penale. Sui social tante critiche e il silenzio imbarazzato del Pd, soltanto l’ex sottosegretaria al ministero dello Sviluppo economico (governo Conte) Alessia Morani, e oggi candidata alle imminenti elezioni europee di giugno, lo difende. Fassino ad un vigilantes avrebbe anche detto: "Lei non sa chi sono io".