Pellegrini stoppa gli atleti trans: "Regole incerte, si rischiano ingiustizie"

Iniziano i Mondiali e quest’anno la Pellegrini li guarderà dal divano di casa. L’azzurra: “Grande squadra unita ma nuotare non mi manca”

(Fonte: IPA)
Cronache
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Federica Pellegrini, il suo saluto al nuoto: “L’acqua è il mio elemento ma non è stato una separazione morbosa”

Per la prima volta la divina del nuoto azzurro non parteciperà ai Mondiali ma nessuna reazione drammatica da parte sua: “Nuotare. Ero certa che quell'abitudine marchiata nella mia esistenza fin da bambina sarebbe stata un richiamo invece no. Sono entrata in acqua sette volte da quando ho smesso, e appena ci sono so che è il mio elemento, lo riconosco, però ero convinta sarebbe stata un'assenza morbosa. Per niente”.

 

Federica Pellegrini, sulle pagine della Stampa, ricorda i suoi più grandi successi, primo fra tutti battere ai Mondiali di Budapest 2017 la Ledecky: “Sì. Lì non se lo aspettava proprio nessuno. Lei strapazzava chiunque in tutto lo stile libero, dai 200 ai 1500 metri e io avevo 29 anni, per i non italiani ero fuori dai radar”. Non terminano qui le gioie sportive della divina: “Roma 2009, la perfezione. Shanghai 2011, tornare a vincere i 200 e i 400 stile libero dopo aver perso la mia guida, Castagnetti e proprio Budapest 2017 da cui mi sono portata a casa una soddisfazione pazzesca e un abbraccio con Malagò dove si è sciolta tutta la fatica e la tensione accumulata dopo le Olimpiadi di Rio. Ce lo ricordiamo spesso a vicenda”.

Federica Pellegrini, la nuotatrice sugli atleti trans: “Lo sport deve essere aperto a tutti ma mancano le linee guida”

Poi l’affondo su un tema spinoso nel mondo dello sport: la partecipazione alle Olimpiadi da parte degli atleti trans. La divina ne ammette la complessità della questione: “Il tema è superdelicato. Il Cio si è esposto e ha lasciato alle singole federazioni la possibilità di regolamentarsi in materia. Da sport a sport i parametri cambiano molto. Penso che si debba arrivare a definire un protocollo scientifico basato su studi attenti e formularlo al dettaglio. Parto dal presupposto che lo sport debba essere aperto a tutti, maschi, femmine, fluidi e trans però se a livello amatoriale è giusto lasciare libere le iscrizioni, a livello olimpico bisogna garantire una competizione equa. È un territorio ancora inesplorato, dal punto di vista fisiologico non abbiamo ancora le risposte che servono. Allenarsi da uomo per 18 anni vuol dire definire il corpo e la resistenza in un modo che magari resta anche dopo una transizione. Servono linee guida certe e purtroppo non siamo lì”.

Per la prima volta Federica Pellegrini guarderà i Mondiali dal divano di casa ma tranquillizza gli spettatori sull’Italia del nuoto: “Benissimo, ci divertirà. Dopo Tokyo gli azzurri hanno creato un gruppo unito, i ragazzi sanno darsi la carica a vicenda. Sono molto diversi da come eravamo noi: noi eravamo una nazionale di prime donne questa è una nazionale di amici”. E infine il commento sul nuovo capitano, Gregorio Paltrinieri: “La persona giusta. Per i meriti e poi perché è coraggioso e internazionale, questo suo cimentarsi sia in piscina sia nelle acque libere non è proprio da italiano”.