Femminicidio nell'ascolano, uccide la moglie a coltellate davanti ai figli e poi tenta il suicidio tagliandosi le vene
Ha ucciso la moglie a colpi di coltello e poi ha provato a suicidarsi: ennesimo femminicidio, questa volta nell'ascolano. L'uomo è ricoverato in ospedale
Femminicidio nell'ascolano, al momento della tragedia erano presenti anche i figli della coppia. Ancora ignote le cause della lite
Una lite e poi le coltellate: e' morta cosi', questa mattina poco prima delle 7, Emanuela Massicci, 45 anni, figlia del proprietario dell'Osteria del Pelo, maestra e madre di due bambini di 11 e 12 anni, che erano presenti nella casa di famiglia al momento dell'omicidio. A colpire a morte la donna e' stato il marito, Massimo Malavolta, operaio di 48 anni originario di San Benedetto del Tronto, che prima ha chiamato il padre per dare l'allarme e poi ha rivolto un coltello contro se stesso, probabilmente lo stesso con il quale aveva colpito la moglie, tagliandosi le vene: e' stato trasportato all'ospedale Mazzoni di Ascoli Piceno, non e' in pericolo di vita ed e' piantonato dai carabinieri.
Da quanto si e' appreso, i rapporti tra marito e moglie non erano buoni. Nello stesso edificio abitano i genitori della vittima, che gestiscono l'attivita' di ristorazione e che ora hanno preso in custodia i due nipoti. Le indagini, affidate ai carabinieri, sono coordinate dal capo della procura di Ascoli, Umberto Monti, che e' entrato nell'abitazione nella quale si e' consumato il delitto; dopo il primo esame del medico legale, il corpo della donna e' stato trasferito ad Ascoli Piceno, dove verra' effettuata l'autopsia. Sul posto anche il sindaco di Castignano, Fabio Pollini, che ha parlato di "una piccola comunita' sconvolta".
"Servono azioni immediate per cambiare una cultura che fa si' che molti uomini considerino le donne una proprieta' di cui disporre: sono i dati a dirlo, considerato che nel nostro Paese una donna ogni tre giorni viene uccisa e, nella maggior parte dei casi, da chi sostiene di amarla". E' quanto dicono in una nota Cgil, Cisl e Uil, che esprimono "indignazione per il Femminicidio" di questa mattina a Ripaberarda, nell'Ascolano. I sindacati parlano di "un massacro che non si ferma ai danni delle donne con i figli" e chiedono "un cambio di paradigma" e "azioni che prevedano un approccio integrato, a partire dall'educazione all'affettivita', al rispetto e alle differenze in tutti i cicli di istruzione". Inoltre, i sindacati guardano al "lavoro stabile e di qualita'" come strumento di autodeterminazione delle donne: "Nelle Marche come nel resto del Paese - concludono -, le donne sono quelle che trovano occupazione precaria, con qualifiche piu' basse, spesso in part time involontari e di conseguenza con retribuzioni piu' basse. Senza lavoro e salari adeguati le donne non saranno mai libere".