Fleximan, caccia al killer di autovelox. "Apologia di reato" per chi difende
L’autore dei colpi ha grandi sostenitori in rete. E il procuratore di Treviso avverte: “Attenti, potrebbe essere apologia di reato”
Fleximan, è caccia al killer degli autovelox. Il procuratore di Treviso avverte gli automobilisti: "Se lo difendete è apologia di reato"
Quattordici colpi, tutti in Veneto: undici usando il flessibile, uno con l’esplosivo, un altro con una pistola a pallini e ancora uno con un mezzo agricolo usato come ariete. La ribellione contro gli autovelox fissi è diventata seriale. Lo è sicuramente tra le province di Padova, Rovigo, Treviso e Belluno ma si contano episodi anche in Emilia Romagna, Piemonte e in Lombardia.
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Trattandosi di soggetto ignoto il nome che gli è stato attribuito è di fantasia, ma ricorda molto quello di un supereroe. Ed è da eroe che viene esaltato, omaggiato, ringraziato, venerato sui social: Fleximan. Ma il procuratore di Treviso Marco Martani avvisa: "Potrebbe configurarsi l’apologia di reato. Dovrei verificarla bene, è una fattispecie vincolata da determinati presupposti di legge, ma questo è danneggiamento di un bene esposto alla pubblica fede e destinato a pubblico servizio". Apologia di reato significa difendere pubblicamente (o celebrare) un illecito: è quello che stanno facendo, da giorni, migliaia di persone digitando sulla tastiera del proprio smartphone. Migliaia.
"Non tutti gli eroi hanno il mantello, alcuni hanno il flessibile" scrivono su Facebook. "Sarebbe da pagargli almeno il carburante per gli spostamenti visto che fa un servizio per tutti" rileva Devis commendando la notizia dell’ennesimo autovelox divelto nella notte in Veneto. "Uno di noi", "Grande stima". L’eurodeputato bolzanino Matteo Gazzini la ritiene "una bella storia di resistenza a una tassa occulta".
Trattandosi di persona (o persone) di rilevante peso e presenza nelle discussioni social, anche il mondo del web si divide fra favorevoli e contrari a quella personalissima (e illegale) battaglia contro gli autovelox. Certo, con netta maggioranza dei primi, ma i secondi iniziano a rompere il fronte dell’elogio. "Con tutto il rispetto, quando li rimetteranno pagheremo noi» rileva Tibe. E Dino: "Apprezzare il vandalismo è incivile. È una scusa la “cassa”. È voler fare i comodi propri correndo, e correndo si fanno vittime".