Giacomo Passeri condannato in Egitto, il legale egiziano ad Affari: "Molto triste e spaventato. Procedimento illegittimo, faremo appello"

Monta il caso del 31enne italiano condannato a 25 anni di carcere in Egitto per traffico internazionale di droga. Parla il legale Shaaban Said

di Eleonora Perego
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l'avvocato di Passeri, Shaaban Said e nel cerchio Giacomo Passeri

Cronache

Giacomo Passeri condannato in Egitto, il legale egiziano parla con Affari: "Farò appello per invalidità del procedimento. Ecco come sta"

“Uno choc”. Così i familiari di Luigi Giacomo Passeri hanno commentato la sentenza del tribunale del Cairo che ha condannato il 31enne italiano per traffico internazionale di stupefacenti a 25 anni di detenzione (ma si parla di ergastolo), da scontare in Egitto.

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Una sentenza sproporzionata e assurda per la “detenzione di un modesto quantitativo di marijuana a uso personale”, hanno detto a gran voce i fratelli di Giacomo ma anche esponenti della politica, come Laura Boldrini e Riccardo Magi (+Europa), Alleanza Verdi e Sinistra e Sinistra Italiana. A una sola voce hanno espresso "preoccupazione, indignazione e sconcerto per una vicenda dai diritti umani negati. Abbiamo visto la vicenda Regeni, la vicenda Zaki, non ci fidavamo di chi diceva che in Egitto andava tutto bene. È stato detenuto senza traduttori e sottoposto a un interrogatorio senza avvocati".

Di più, come riportato dagli stessi familiari che non lo vedono da un anno, Giacomo sarebbe stato torturato, oltre che detenuto in condizioni inumane e degradanti. Una vicenda, insomma, che scomoda non pochi fantasmi di un passato recente, dal caso Giulio Regeni a Patrick Zaki a quello di Ilaria Salis in Ungheria. E mentre la Farnesina fa sapere di star seguendo “con la massima attenzione” la vicenda di Giacomo Passeri (di cui però nessuno fino al momento della sentenza si era interessato), i fratelli e i genitori del 31enne sono disperati, tanto da iniziare una raccolta fondi su GoFundMe per poter sostenere le spese legali onerose.

Dal diritto straniero alla lingua differente, non sono pochi gli ostacoli nella vicenda di Giacomo, che ora è assistito dall’avvocato Shaaban Said in Egitto.

Affaritaliani.it lo ha contattato per capire meglio cosa sta succedendo al nostro connazionale. “Il mio assistito, con sentenza del 19 agosto, è stato condannato all’ergastolo e a una multa di 500mila sterline, oltre alla confisca e alle spese” ha spiegato Said, che ha aggiunto: “Riteniamo ci sia invalidità nel procedimento, poiché gli avvocati inquirenti non hanno partecipato alle udienze. Per questo motivo farò ricorso al verdetto, e farò del mio meglio per ottenere l'assoluzione di fronte alla Corte d'appello”. Proprio sabato prossimo, ha spiegato l’avvocato ad Affari, scriverà una memoria, mentre rimane in attesa del deposito delle motivazioni della sentenza. E nonostante non si sia sbottonato molto, Said ha tenuto a ribadire lo stato d’animo di Giacomo, che ha incontrato recentemente: “L’ho visto molto triste e spaventato”.

Chi è Giacomo Passeri, il 31enne italiano condannato in Egitto per droga

Nato in Sierra Leone da padre italiano e madre sierraleonese, Giacomo Passeri è l’ultimogenito di cinque figli e in seguito alla guerra civile è tornato con la sua famiglia a Pescara. Cresciuto nella città adriatica, Giacomo è un ragazzo solare che, soprattutto dopo la morte del padre e fino al suo arresto, ha contribuito ad aiutare economicamente la sua famiglia, senza mai perdere l’allegria. Come riporta il sito Ultima Voce, a un certo punto della sua vita, Giacomo si trasferisce a Londra, seguito dopo poco tempo da amici, e avvia una prosperosa carriera come pizzaiolo nella capitale inglese, continuando ad aiutare economicamente la mamma rimasta vedova