Giornata della Memoria, Mattarella: "Il mondo sta tornando all'antisemitismo"

Il presidente durante la cerimonia al Quirinale: "Il sogno di una pace appare lontano, ma resta l'orizzonte di un riscatto"

di Redazione
Sergio Mattarella
Cronache

Giornata della Memoria, Mattarella: "Ci ostiniamo a restare fiduciosi nel futuro dell'umanità"

Al Quirinale si è svolta  la cerimonia per il 'Giorno della Memoria' alla presenza del capo dello Stato Sergio Mattarella. Lo riporta Sky Tg24.

Nel salone dei Corazzieri erano presenti tra gli altri la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, il presidente del Senato Ignazio La Russa e quello della Camera Lorenzo Fontana oltre ad alcuni ministri tra i quali Crosetto, Piantedosi, Sangiuliano, Abodi.

In prima fila anche i vertici della comunità ebraica, tra cui il presidente Victor Fadlun, Antonella Di Castro e Mario Venezia alla guida del museo ebraico di Roma. Accanto a loro Sami Modianosuperstite dell'Olocausto.

Nel suo discorso, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha citato Primo Levi: "La storia della deportazione e dei campi di concentramento non può essere separata dalla storia delle tirannidi fasciste in Europa: ne rappresenta il fondamento condotto all'estremo, oltre ogni limite della legge morale che è incisa nella coscienza umana".

"Con queste parole", ha spiegato Mattarella, "Levi scolpiva il giudizio sulle radici e sulle responsabilità prime del più grave sterminio, organizzato e programmato ai danni di donne e uomini definiti di razze inferiori, il più grave compiuto nella storia dell'umanità".

La Shoah, ha detto ancora il presidente, è stato "il più abominevole dei crimini, per gravità e per dimensione - il genocidio di milioni di persone innocenti - commesso a metà dello scorso secolo nel cuore della civile Europa, dove già da molto tempo gli ideali di libertà, di rispetto dei diritti dell'uomo, di tolleranza, di fratellanza, di democrazia si erano diffusi, venivano proclamati e largamente praticati".

"Il senso di incredulità registrato di fronte a quanto accaduto in quegli anni sventurati, accanto al pudore dei sopravvissuti, rinchiusisi, in un primo momento, nel silenzio, traeva la sua origine anche da una concezione ottimistica della Storia e della natura dell'uomo – ha sottolineato Mattarella –. L'uomo del Novecento - immerso nel tempo della ragione, della fiducia incondizionata nel progresso della scienza, della cultura, della tecnica - mai avrebbe pensato di trovarsi di fronte a un tornante così tragico; mai avrebbe concepito la possibilità di una simile regressione: mentre si confidava - come veniva conclamato - in un'alba radiosa per l'umanità, si trovò improvvisamente precipitato nelle tenebre più fitte".

I "virus" citati dal Presidente Mattarella

Poi il presidente ha elencato alcuni “virus micidiali”: "Le ideologie di superiorità razziale, la religione della morte e della guerra, il nazionalismo predatorio, la supremazia dello Stato, del partito, sul diritto inviolabile di ogni persona, il culto della personalità e del capo, sono stati virus micidiali, prodotti dall'uomo, che si sono diffusi rapidamente, contagiando gran parte d'Europa, scatenando istinti barbari e precipitando il mondo intero dentro una guerra funesta e rovinosa". Mattarella ha poi di nuovo citato Primo Levi: "Siamo uomini - ammoniva ancora Primo Levi - apparteniamo alla stessa famiglia umana a cui appartennero i nostri carnefici", dimostrando "per tutti i secoli a venire quali insospettate riserve di ferocia e di pazzia giacciano latenti nell'uomo dopo millenni di vita civile".

"Auschwitz, un orrore assoluto"

In un altro passaggio, Mattarella ha detto: “Auschwitz spalancava - e spalanca tuttora - i suoi cancelli su un abisso oltre ogni immaginazione. Un orrore assoluto, senza precedenti - cui null'altro può essere parificato - ideato e realizzato in nome di ideologie fondate sul mito della razza, dell'odio, del fanatismo, della prevaricazione. Un orrore che sembrava inconcepibile tanto era lontano dai sentimenti che normalmente si attribuiscono al genere umano". "Eppure Auschwitz e tutto il meccanismo di sterminio - che ha inghiottito milioni di ebrei, e anche appartenenti al popolo Romanì, omosessuali, dissidenti, disabili, testimoni di Geova - sono stati concepiti e realizzati da menti umane. Menti che, per quanto perverse, hanno sedotto, attratto e spinto alla complicità centinaia di migliaia di persone, trasformate in 'volenterosi carnefici' secondo la lucida definizione di Daniel Goldhagen", ha aggiunto Mattarella.

Il pensiero ai Giusti ed a Segre

I Giusti "hanno sconfitto, innanzitutto dentro loro stessi, la paura, l'inerzia complice, l'indifferenza che, come ci ricorda spesso Liliana Segre - a cui rivolgo un pensiero affettuoso a ottant'anni della sua deportazione - è la più perniciosa delle colpe", ha detto ancora il presidente. "I Giusti hanno dimostrato, a rischio della propria vita e di quella dei loro familiari, che il senso di umanità, se rettamente coltivato, resiste in ogni condizione e supera persino i confini del tempo e della morte. Ci hanno insegnato, anche di fronte alle tragedie immani, il valore salvifico dei gesti di coraggiosa solidarietà. Perché, per ripetere il celebre detto del Talmud, 'chi salva una vita salva il mondo intero'. L'esempio dei Giusti rischiara la nostra via. E consente di ritessere quella trama di fiducia nel genere umano che con la costruzione dei campi di sterminio sembrava per sempre distrutta. Tuttavia, di fronte a questi esempi di altruismo, di coraggio, di abnegazione, risaltano ancor di più i crimini commessi da altri uomini e da altre donne, in nome di regimi dittatoriali e brutali"

“Italia adottò ignobili leggi razziste”

Poi il monito del presidente della Repubblica: "Celebrare doverosamente i Giusti non deve far dimenticare i tanti, troppi ingiusti: i pavidi, i delatori per denaro, per invidia o per conformismo; i cacciatori di ebrei; gli assassini; gli ideologi del razzismo. Non c'è torto maggiore che si possa commettere nei confronti della memoria delle vittime che annegare in un calderone indistinto le responsabilità o compiere superficiali operazioni di negazione o riduzione delle colpe, personali o collettive". Poi Mattarella ha aggiunto: "Non si deve mai dimenticare che il nostro Paese, l'Italia, adottò durante il fascismo - in un clima di complessiva indifferenza - le ignobili leggi razziste: il capitolo iniziale del terribile libro dello sterminio; e che gli appartenenti alla Repubblica di Salò collaborarono attivamente alla cattura, alla deportazione e persino alle stragi degli ebrei. Un portato inestinguibile di dolore, di sangue, di morte sul quale mai dovremo far calare il velo del silenzio". "I morti di Auschwitz", ha detto ancora Mattarella, ci "ammoniscono continuamente: il cammino dell'uomo procede su strade accidentate e rischiose. Lo manifesta anche il ritorno, nel mondo, di pericolose fattispecie di antisemitismo: del pregiudizio che ricalca antichi stereotipi antiebraici, potenziato da social media senza controllo e senza pudore". 

La situazione in Medio Oriente

Infine, Mattarella ha parlato della situazione in Medio Oriente. "Assistiamo, nel mondo, a un ritorno di antisemitismo che ha assunto, recentemente, la forma della indicibile, feroce strage antisemita di innocenti nell'aggressione di terrorismo che, in quella pagina di vergogna per l'umanità, avvenuta il 7 ottobre, non ha risparmiato nemmeno ragazzi, bambini e persino neonati. Immagine di una raccapricciante replica degli orrori della Shoah. Siamo convinti che i giacimenti di odio siano stati ingigantiti da parole e atti spietati, persino blasfemi", ha detto. "Il sogno di una pace, sancita dal reciproco riconoscimento e rispetto delle tre religioni monoteiste figlie di Abramo, appare lontano - forse come non è mai stato in tempi recenti - ma resta l'orizzonte necessario di un riscatto di questa parte del mondo, e non soltanto di questa".

E ha concluso: "Ci ostiniamo a restare fiduciosi nel futuro dell'umanità. Nella convinzione profonda che un futuro intriso di intolleranza, di guerra e di violenza, non sia il desiderio iscritto nelle coscienze delle donne e degli uomini. I Giusti, con il loro coraggio, la loro speranza e il loro sacrificio ci indicano la direzione e ci spronano ad agire, con determinazione e a tutti i livelli, contro i predicatori di odio e i portatori di morte. I Giusti italiani sono tra le radici migliori della nostra Repubblica. Per questo li celebriamo e li onoriamo, tutti insieme, come popolo italiano e come comunità, nel Giorno della Memoria".

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