Giulia Cecchettin, Capotondi: "Femminicidi? Colpa della musica trap"

La replica dei cantanti: "Qualunquismo in stile italiano". I dati: in aumento le violenze in coppie di adolescenti

Di Redazione Cronache
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Omicidio Giulia, nel mirino finisce la musica trap. Il botta e risposta Capotondi-trapper

L'omicidio di Giulia Cecchettin continua a far discutere e mentre la sorella Elena attacca lo Stato "colpevole perchè non fa abbastanza per prevenire i femminicidi", sulla delicata questione interviene anche l'attrice Cristina Capotondi e scoppia una nuova polemica. L'attrice - si legge su La Stampa - ospite di "In altre parole" di Massimo Gramellini su La7 ha puntato il dito contro una certa musica: "Ma l’avete ascoltata la musica trap, che ascoltano gli adolescenti? Come viene trattata la donna nella musica trap? Di che ci sorprendiamo se un giovane di 22 anni considera una donna come un oggetto". Pronta la risposta di un trapper fra i più seguiti: Niky Savage su Instagram si domanda che musica ascolti Filippo Turetta, "sono sicuro che rimarremo tutti stupiti", dice chiedendo rispetto per le vittime. Anche il napoletano Luché è stanco di questo "qualunquismo in classico stile italiano". E aggiunge: "Come se la donna non fosse stata trattata come un oggetto nelle fantasie degli italiani, sin dall’inizio delle tv private dagli anni Ottanta".

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Sono sempre di più - prosegue La Stampa - i ragazzi adolescenti che controllano in maniera ossessiva il cellulare della fidanzata, che ne condizionano i comportamenti di vita, il modo di vestire, il tempo libero. Gesti troppo spesso scambiati per attenzione o amore ma che raccontano di come la violenza di genere sia in crescita anche tra i più piccoli. Gli esperti lo chiamano "teen dating violence", un fenomeno ancora poco conosciuto e studiato. Secondo uno studio universitario, basato su un questionario somministrato a oltre 700 ragazzi delle scuole superiori in Friuli Venezia Giulia, più di una ragazza su dieci, di età compresa tra i 15 e i 19 anni, ha avuto un'esperienza di violenza nella coppia con un coetaneo. "Dati nazionali non ne abbiamo, non c’è un unico database, ma di certo si tratta di un fenomeno largamente sommerso perchè spesso non viene percepito come tale", sottolinea Carla Garlatti, Garante nazionale dell’Infanzia e adolescenza.