Giulia Ligresti risarcita: ingiusta detenzione. Solo 16mila € ne voleva 1,3mln
La figlia del costruttore aveva chiesto molto di più. Non considerati i 50 giorni trascorsi ai domiciliari e gli ulteriori 20 in carcere
Giulia Ligresti, la beffa del risarcimento. Molto meno del previsto
Giulia Ligresti è stata risarcita per "ingiusta detenzione". Lo hanno deciso i giudici del Tribunale di Milano al termine di un lunghissimo procedimento giudiziario. La figlia del costruttore e assicuratore Salvatore Ligresti - si legge sul Corriere della Sera - patteggiò una pena per alcuni reati giudicati successivamente insussistenti dalle sentenze che nel 2015 hanno assolto il fratello Paolo e innescato la revisione della condanna della sorella e infine nel 2019 la sua assoluzione. Ora i giudici milanesi rispondono con un «no» (a indennizzare Ligresti per errore giudiziario), e con un «sì» a indennizzarla invece per ingiusta detenzione: ma solo per i 16 giorni di custodia cautelare in carcere nel 2013, e non anche per i 50 giorni di domiciliari successivi alla richiesta di patteggiare, e tantomeno per i 20 giorni di carcere nel 2018.
Riceverà 16 mila euro per i 16 giorni trascorsi in carcere nel 2013, nulla per tutto il resto delle pene scontate tra casa e cella. Ligresti - prosegue il Corriere - chiedeva di essere indennizzata con 1,3 milioni sia per errore giudiziario sia per ingiusta detenzione, e il tema era se aver patteggiato fosse o no uno di quei «comportamenti dolosi o gravemente colposi» che per legge escludono l’indennizzo. E in effetti la Corte d’Appello nega ristoro all’errore giudiziario perché il patteggiamento "è inequivocabile manifestazione di volontà dell’imputato" e "presuppone il suo implicito riconoscimento di responsabilità".