Giulia Tramontano, storia dell'omicidio e del processo ad Alessandro Impagnatiello
Dall'omicidio del 27 maggio 2023 al processo dell'assassino, la storia di un duplice delitto che ha colpito gli italiani
L'omicidio di Giulia Tramontano, e del bambino che aspettava, da parte del suo fidanzato, Alessandro Impagnatiello, è stato uno dei casi di cronaca che hanno più colpito l'opinione pubblica negli ultimi anni soprattutto per la cattiveria mostrata dall'assassino che non ha avuto pietà di una donna, di una futura mamma ed era pronto ad uccidere ancora pur di difendere la sua cornice di bugie.
I fatti
Il 28 maggio 2023 viene denunciata a Senago, hinterland milanese, la scomparsa di una donna, Giulia Tramontano, 29 anni, napoletana di origine ma trasferita al nord dove lavorava come agente immobiliare per andare a convivere con il suo fidanzato, Alessandro Impagnatiello, 30 anni, barman in un albergo di lusso di Milano. Fu lui ad andare a denunciare la scomparsa ai Carabinieri della cittadina raccontando di aver visto la donna per l'ultima volta la mattina precedente prima di andare a lavorare e di non averla più trovata a casa al suo ritorno ipotizzando un allontanamento volontario. L'ipotesi però fu sempre ritenuta poco credibile dai familiari della ragazza.
Le indagini si concentrarono subito attorno alla vita di Impagnatiello; venne infatti scoperta una sua relazione in atto con un'altra donna, una collega che era rimasta incinta ma che l'uomo aveva convinto ad interrompere la gravidanza. Dalle chat emerse anche che l'assassino aveva sempre parlato all'amante in maniera denigratoria di Giulia, accennando anche ad un disturbo mentale, e che era pronto a lasciarla.
Il castello di bugie di Impagnatiello crollò rapidamente; tre giorni dopo la denuncia il barman confessò infatti di essere l'autore materiale dell'omicidio e portò i Carabinieri sul luogo dove nascose il corpo.
Venne poi alla luce il fatto che Giulia aveva scoperto la relazione del suom compagno e si era incontrato con l'amante. Le due, di fatto, avevano fatto squadra ed erano pronte a lasciare entrambe Impagnatiello. Questo porto all'esasperazione l'omicida, esasperazione che lo ha trasformato in assassino. furono ritrovate nel suo computer tracce di ricerche su "veleno per topi" ed anche ricerche su come liberarsi di un corpo, che l'uomo tentò per due volte di bruciare.
Il processo
Il 18 gennaio 2024 cominciò il processo. Alessandro Impagnatiello venne accusato di omicidio volontario aggravato dalla premeditazione, dalla crudeltà, dai futili motivi e dal vincolo di convivenza, interruzione non consensuale di gravidanza e occultamento di cadavere.
Nelle prime udienze il giovane confessò il duplice omicidio fornendo dettagli sconcertanti, come il tantativo di avvelenare Giulia con del veleno per topi, poi di averla uccisa e di essere andato la sera stessa a cena dai genitori con il cadavere della vittima nascosto nel bagagliaio dell'auto.
Il 25 novembre la Corte d'Assise di Milano ha condannato Impagnatiello all'ergastolo e a tre mesi di isolamento diurno.
Ieri sono state rese note le motivazioni della sentenza di condanna. I giudici scrivono che "Impagnatiello era diventato lo zimbello dei colleghi dopo essere stato lasciato da entrambe le due donne, Giulia e la sua amante... L'uomo aveva premeditato l'omicidio di Giulia da almeno sei mesi. La vittima ha avuto tempo di rendersi conto della sua morte e di quella del figlio che portava in grembo..."
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