Green Pass e limitazioni, l’agonia continua per un altro mese

Prorogare per un altro mese l’obbligo di possedere il green pass rafforzato non fa altro che dare la mazzata finale alle categorie commerciali più colpite

l'opinione di Paolo Becchi e Giuseppe Palma
Cronache
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Il passaggio dal green pass rafforzato a quello base è semplicemente uno specchietto per le allodole

Nella riunione del Consiglio dei ministri del 17 marzo il governo ha adottato un nuovo decreto-legge, non ancora pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale, col quale ha tracciato la cosiddetta road map dal 1° aprile in avanti

Tutti si aspettavano un significativo allentamento delle misure restrittive, come peraltro annunciato da Draghi e Speranza nei giorni scorsi, ma così non è stato. I soliti giornaloni hanno riportato titoli entusiastici, ma leggendo il decreto non c’è poi così tanto da rallegrarsi. 

Viene confermato il mancato rinnovo dello stato di emergenza, che dunque termina il 31 marzo. Dal 1° aprile continueranno tuttavia a restare in vigore green pass e limitazioni, come peraltro avevamo previsto in un nostro precedente articolo. La data del 31 marzo è dunque meramente simbolica. 

Il nuovo decreto-legge del governo si limita, a partire dal 1° aprile, a sostituire il green pass rafforzato con quello base per gli under e gli over 50 sui luoghi di lavoro, dunque anche il tampone andrà bene. Bello sforzo! Sussistendo l’obbligo vaccinale per tutti i cittadini che hanno compiuto i 50 anni di età (obbligo confermato fino al 15 giugno), mantenere il green pass rafforzato non aveva infatti più alcun senso pratico: se devo vaccinarmi perché lo Stato mi obbliga, il super green pass è una semplice conseguenza dell’obbligo vaccinale, dunque per quei pochi che ancora non si sono vaccinati basterà – per andare a lavoro – mostrare il green pass base (valido 48 ore se da tampone antigienico rapido, 72 ore se da tampone molecolare), tanto continuerà ugualmente a sussistere l’obbligo e dunque a forza di multe prima o poi anche quelli più resistenti dovranno fare il vaccino.

Unica novità è quella che i non vaccinati non saranno più sanzionati, dal 1° aprile, con la sospensione dal lavoro. Per gli under 50, il passaggio dal green pass rafforzato a quello base è semplicemente uno specchietto per le allodole, visto che la percentuale di vaccinati supera ormai il 90% degli over 12. Aver mantenuto il green pass fino al 30 aprile sui luoghi di lavoro, anche se solo quello base, serve in sostanza ad umiliare per l’ennesima volta i lavoratori.

Il super green pass continuerà invece ad essere obbligatorio – fino al 30 aprile – per accedere all’interno – cioè al chiuso - di bar, ristoranti, palestre, centri benessere, cinema, teatri, feste, congressi, sale gioco, centri culturali etc. Insomma, per un altro mese tutto resta come prima. Non sarà invece più obbligatorio possedere alcuna certificazione verde per i predetti servizi qualora svolti all’aperto, oltre che per accedere in banca, poste, hotel, negozi e fiere. Il green pass, base o rafforzato, non sarà più obbligatorio neanche per prendere i mezzi pubblici locali o regionali. 

Dal 1° aprile sarà sufficiente il green pass base per prendere i mezzi pubblici a lunga percorrenza o andare allo stadio (competizioni sportive all’aperto), mentre resteranno ancora in vigore – fino al 30 aprile – le norme oggi vigenti sull’obbligo di indossare le mascherine Ffp2 nei luoghi al chiuso e sui mezzi pubblici di qualsiasi tipo. 

Novità rilevante riguarda la nuova disciplina sulle quarantene, infatti dal 1° aprile anche i non vaccinati che entrassero in contatto stretto con un positivo non saranno più obbligati alla quarantena ma solo all’autosorveglianza per dieci giorni (indossare la mascherina Ffp2 ovunque, anche all’aperto). Viene superata anche la DaD nel caso di più contagi in classe: dal 1° aprile resteranno a casa solo i positivi, con lezioni a distanza, gli altri tutti in classe. Resta l’obbligo di isolamento per i positivi al virus. Ultima novità è quella della proroga, fino al 31 dicembre, dell’obbligo vaccinale per il personale medico-sanitario e delle Rsa, cioè quelle categorie di lavoratori che sono più a stretto contatto con persone fragili o ammalate. 

Il decreto-legge, nel suo complesso, non ci ha convinti. Prorogare per un altro mese l’obbligo di possedere il green pass rafforzato per entrare in bar, ristoranti, cinema e teatri – tanto per citare qualche esempio - non fa altro che dare la mazzata finale a queste categorie commerciali e culturali, le più colpite dalle misure restrittive del governo emanate negli ultimi ventisei mesi. Che senso ha continuare ad infierire in questo modo su ristoranti, cinema e teatri proprio nel periodo pasquale dove si incassa di più?

Una cattiveria che non trova più alcuna logica, né giuridica né tantomeno di salute pubblica. A dire il vero i ministri leghisti avevano chiesto al premier che le misure restrittive continuassero a sussistere fino al 15 aprile e non fino al 30 (in modo tale da salvare il periodo pasquale e il fine settimana lungo del 25 aprile), ma dopo una sospensione di un’ora la maggioranza in Consiglio dei ministri ha respinto la proposta della Lega, che alla fine si è adeguata. Se il 30 aprile vi fosse ancora un’altra proroga del green pass rafforzato, e la Lega accettasse ancora una volta questa imposizione, per Salvini significherà fare i conti con una flessione decisiva in termini di consenso in vista delle elezioni amministrative e del referendum sulla giustizia, tornate elettorali ormai alle porte (maggio/giugno 2022).

A questo punto, visto che anche i ministri della Lega alla fine hanno votato l’ultimo decreto-legge nonostante le perplessità, Salvini chieda e pretenda da Draghi che il referendum sulla giustizia si svolga in due giorni nella stessa data dei ballottaggi per le amministrative (12-13 giugno 2022). Diversamente, non avrebbe più alcun senso stare in un governo che – al momento – conviene solo a Pd e M5S. 

Alla fine della fiera avremo un altro mese di agonia. Poi, semmai la curva epidemiologica tornasse a risalire, continueremo a tenerci il green pass – super o base - anche in estate. Il 31 marzo resta pertanto un giorno come tutti gli altri. Quest’estate dovremo fare il tampone anche per andare in spiaggia? Con Speranza e company non c’è da stare tranquilli! 
 

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