Hasib, irruzione in casa solo per droga e armi. Il mistero di quei 15 minuti

L'ipotesi investigativa: qualche superiore potrebbe aver aiutato i 4 agenti di polizia a coprire gli abusi

Cronache
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Hasib, i 4 poliziotti non avevano il mandato per entrare in casa

La misteriosa e drammatica caduta dalla finestra di casa sua del disabile Hasib, il 36enne di Primavalle che si è da poco svegliato dal coma dopo 50 giorni, continua a far discutere. Ufficialmente - si legge sul Messaggero - doveva essere un intervento finalizzato all'identificazione degli inquilini. I quattro agenti, indagati dalla Procura capitolina (a seconda delle posizioni) per tentato omicidio e falso, sarebbero dovuti restare sull'uscio, senza varcare la soglia della porta d'ingresso. Anche perché non avevano un mandato spiccato dalla Procura per fare irruzione nell'appartamento. Invece alle 12,29 del 25 luglio scorso sono entrati in quella casa, non si sa sulla base di quale autorizzazione, considerato che il 36enne Hasib Omerovic è sordomuto e la sorella Sonita (più giovane di lui di sei anni) ha un grave ritardo cognitivo.

Le forze dell'ordine - come previsto dal Testo unico delle leggi di pubblica sicurezza (Tulps) - possono violare il domicilio di un cittadino senza un mandato dell'autorità giudiziaria - prosegue il Messaggero - quando c'è il sospetto che all'interno ci siano droga o armi. Ma non era questo il caso. Gli inquirenti stanno cercando di capire se siano stati commessi degli abusi d'ufficio da parte dei quattro poliziotti, oltre che la fattispecie specifica prevista dall'articolo 615 del codice penale: violazione di domicilio commessa da pubblico ufficiale. Il fatto che ci sia stata una forzatura nel corso dell'intervento lo dimostra la fotografia della porta sfondata della camera del rom, allegata nella denuncia: si vede la serratura completamente scardinata. Gli Omerovic sostengono di aver ritrovato la porta a terra al loro rientro in casa.