Hasib, segni di frustate sul corpo. Quei quindici giorni di assoluto silenzio
I pm nomineranno un perito per capire se le ferite siano compatibili solo con la caduta. Quattro agenti della polizia indagati: tentato omicidio e falso
Hasib, troppe cose non tornano. Cosa c'è dietro quel volo?
Continua a far discutere il caso di Hasib, il 36enne disabile di Primavalle (Roma), volato dalla finestra e rimasto in coma per 50 giorni. Sono stati iscritti sul registro degli indagati - si legge sul Messaggero - quattro agenti di polizia, tra quelli intervenuti a mezzogiorno e mezzo dello scorso 25 luglio nell'appartamento dove viveva la famiglia bosniaca Omerovic, a Roma. Si tratta di un atto dovuto, necessario per fare gli accertamenti di rito e a garanzia degli stessi indagati. Le accuse contestate dalla Procura capitolina, a seconda delle posizioni, sono di tentato omicidio e falso. I genitori di Hasib, non erano in casa quella mattina.
Avevano deciso - prosegue il Messaggero - di andare dal meccanico e così hanno lasciato il figlio maggiore, sordomuto di 36 anni, in casa con la sorella, anche lei disabile. Poi la madre riceve una chiamata intorno alle 13.15, dall'altra parte del telefono un poliziotto le dice - in base a quanto la donna formalizzerà poi nell'esposto alla Procura - di rientrare perché il figlio ha avuto un incidente, è caduto dalla finestra ma si è rotto solo un braccio. Ma in realtà il suo corpo era messo molto male e sono stati riscontrati anche segni di frustate sul corpo, i pm vogliono capire a quando risalgono. La denuncia è scattata solo dopo 15 giorni. "Ci sentivamo soli, temevamo di perdere la casa", hanno detto i genitori di Hasib.