"Ho sposato un prete: per questo umiliata e ricoverata in ospedale"

Albana racconta la sua storia con padre Giuseppe e la "discriminazione" italiana verso i preti sposati

Prete
Cronache
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Albana ha sposato un ex prete. Era arrivata in Italia nel '99 per raggiungere il fratello insieme alla madre. Poi la relazione con padre Giuseppe nato come una grande amicizia. Ma dopo sono arrivate le umiliazioni

Quella dei preti sposati è una realtà ancora spesso discriminata. Albana Ruci racconta a Vanity Fair la sua storia con don Giuseppe Serrone. "Perché un prete non si può innamorare?", è la  domanda che Albana pone ad Alessia Arcolaci che la sta intervistando. Albana quando arrivò in Italia voleva raggiungere il fratello qui già da 2 anni, per studiare con lui e trovare un lavoro. 

Il primo ad aiutarla fu padre Giuseppe, responsabile del centro di accoglienza nel viterbese in cui rimase per alcuni giorni. "Ero disoccupata e padre Giuseppe, in seguito ad un incidente, aveva bisogno di essere assistito per le faccende quotidiane. Così ho iniziato a lavorare per lui, con la possibilità di vivere nella casa canonica insieme a mia madre. Lui invece andava a dormire in sagrestia per non creare malcontento tra i parrocchiani".

Poi Albana viene richiamata dal consolato per i documenti necessari al permesso di soggiorno. In quell’occasione, padre Giuseppe decise di raggiungerla per aiutarla a velocizzare l’iter burocratico. La Curia però non lo sostituì per quei giorni e quando la domenica non venne celebrata la Messa, alcuni giornali locali titolarono “Sacerdote in fuga”.

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"Tra noi fino a quel momento c’era solo una grande amicizia. Io mi sentivo molto legata a lui e in quei giorni gli dissi che avremmo potuto creare la nostra famiglia insieme". Così padre Giuseppe decise di dare le dimissioni e sposare Albana. "Fu una scelta dettata dal nostro amore che stava nascendo ma che nel Paese non venne accettata". Una mattina, alcuni abitanti, si trovarono davanti a casa di Albana e gridando il suo nome tirarono delle pietre contro la sua abitazione.

"Dopo quell’episodio venni ricoverata in ospedale psichiatrico per venti giorni a Mestre. Stavo molto male, una condizione che non avevo mai provato prima". Per ricominciare a vivere Giuseppe e Albana cambiano città, amici, abitudini. "Abbiamo scelto Reggio Emilia e ci siamo trasferiti. Io ho ripreso a ricamare, la mia passione, e partecipo a mostre e fiere di artigianato. Adesso, dopo quasi 20 anni di matrimonio, siamo felici come non lo siamo mai stati. L’amore è il dono più grande" conclude Albana.