"Il cavo spezzato? Mai controllato". Strage funivia Stresa, la rivelazione
L'indagato Tadini: "Andava fatto ogni 6 mesi. Ma nessuno ha mai smontato il carter delle teste fuse"
Strage funivia Stresa, Tadini: "Il primo tratto del cavo mai revisionato"
E' passato quasi un anno dalla tragedia del Mottarone, il crollo della funivia che partiva da Stresa e che è costato la vita a 14 persone. Unico superstite il piccolo Eitan. Era il 23 maggio 2021 e solo adesso - si legge sul Corriere della Sera - si scopre una cosa che se confermata avrebbe del clamoroso. "Non ho mai visto smontare il carter delle teste fuse per controllare dentro", dichiara Gabriele Tadini, uno dei principali indagati. La cabina numero 3 della funivia era trainata dalla stazione di valle di Arpino verso quella di monte del Mottarone dalla fune «traente» assicurata con una testa fusa, che è come un enorme pallino del filo del freno di una bicicletta, che con i primi 50 centimetri di fune è protetta da un manicotto di plastica riempito di grasso.
Avrebbero dovuto farlo - prosegue il Corriere - ogni sei mesi, invece per cinque anni nessuno ha controllato i primi 50 centimetri della fune traente della funivia del Mottarone. Il tratto più delicato, quello che il 23 maggio 2021 si è spezzato causando la tragedia. Il 7 febbraio scorso, Tadini ai magistrati, assistito dall’avvocato dichiara che dal 2016 non ha "mai visto fare da nessuno" lo smontaggio del contenitore protettivo. Talvolta veniva solo aggiunto del grasso, "si controllava l’uscita delle funi dal manicotto delle teste fuse per circa due o tre meri a vista o passando la mani sulla fune stessa".