Il Vaticano è rimasto senza soldi. Licenziamenti e immobili venduti

A Tecnocasa la gestione del patrimonio

di Redazione
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Cronache

La Segreteria di Stato si è rivolta a società specializzate per le sedi delle nunziature di Parigi e di Vienna

 

Il Vaticano senza soldi. Come anticipato da Filippo Di Giacomo sul “Venerdì”: “La Segreteria di Stato […] privata del fondo sovrano che amministrava, si dice perso nei meandri della "trasparente" oscurità realizzata dagli esperti, (tutti provenienti dalla Guardia di finanza italiana), fatica a pagare personale e a mantenere le 187 nunziature.

Così si inizia a vendere. L'ultima notizia è che la Segreteria di Stato si è rivolta a società specializzate per le sedi delle nunziature di Parigi e di Vienna”.

Uno scenario fosco per le casse d’Oltretevere - - scrive il sito internet Dagospia - che ha spinto a dismettere molte proprietà: “In Francia - prosegue Di Giacomo - la Santa Sede aveva già alienato un immobile di pregio situato presso l'Arco di Trionfo […]

Anche la palazzina settecentesca della nunziatura viennese, al numero 31 Theresianumgasse, è nel centro della città imperiale. Pare che le vendite riguarderanno anche nunziature situate in Paesi asiatici, come già quella di Tokyo ceduta per 200 milioni di dollari. In Italia la Santa Sede nel 2023 possedeva 4.072 unità immobiliari, molte alienate e persino svendute. A vantaggio di chi, per il momento non è dato sapere”.

Il Vaticano sta trasferendo la gestione amministrativa del suo patrimonio a società esterne. Entro la fine del 2024 tutta la gestione degli immobili della Santa sede passerà a Tecnocasa.

Non solo: anche i due negozi che sono all'interno dello Stato Vaticano passeranno a società esterne. Lo shop vicino all'ingresso di Sant'Anna (che è come un supermercato) andrà in gara d'appalto, e sono tre i grandi marchi a contenderselo: Conad, Esselunga e Agorà.

Una penuria di fondi che ha spinto Papa Bergoglio, come un amministratore delegato qualunque, a fare una spending review feroce: saranno accompagnati alla porta almeno altri 300 impiegati e dipendenti dello stato del Vaticano. Ricorrendo all'outsurcing, il Pontefice ne ha già mandati a casa 600!

Un taglio che non trova alcuna opposizione, visto che i sindacati non sono riconosciuti in Vaticano e il Papa ha anche cancellato l'Ufficio del lavoro, a cui i dipendenti potevano ricorrere in caso di controversia. Per non farsi mancare nulla, sono stati licenziati i 15 giuslavoristi che si occupavano di ricorsi e vertenze dei dipendenti.