In coma per un pezzo di formaggio: "La pediatra non lo visitò, era stanca"

Il papà: "Giusto il rinvio a giudizio per la dottoressa. Era gravissimo ma gli fecero un'operazione sbagliata che peggiorò le cose". Pediatra verso il processo

Di Redazione Cronache
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Trento, il bimbo di 11 anni in stato vegetativo. Il padre racconta l'incredibile vicenda e chiede giustizia

Un bambino è in stato vegetativo dal 2017 per aver mangiato un pezzo di formaggio. L'incredibile vicenda è accaduta a Trento e ora i genitori di Mattia, che adesso ha compiuto 11 anni e che è in coma da quando ne aveva 4, ora chiedono giustizia. "Da sette anni - dice Gian Battista Maestri, papà di Mattia a Il Corriere della Sera - la nostra vita è un inferno, da quando nostro figlio è in stato vegetativo, ma continuiamo a combattere perché tragedie simili non devono ripetersi". L'incubo per questa famiglia è iniziato il 5 giugno 2017 quando il figlio, Mattia di 4 anni, mangia il formaggio prodotto con latte crudo, contaminato da escherichia coli e contrae la Seu. La corsa all’ospedale di Cles, poi al Santa Chiara di Trento, dove arriva in condizioni gravissime ma - sostiene il padre del ragazzo e lo riporta Il Corriere - la pediatra si rifiuta di valutare il suo caso perché "troppo stanca".

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La dottoressa è stata rinviata a giudizio per lesioni e rifiuto di atti d’ufficio. A dicembre, l’ex presidente del caseificio e il casaro sono stati condannati per lesioni gravissime dal giudice di pace a una multa di soli 2.478 euro. "C’è molta rabbia verso la dottoressa, quei tre giorni - prosegue il padre di Mattia - sono stati importanti, ma la colpa principale rimane del caseificio, se mio figlio non avesse mangiato quel formaggio starebbe bene. Eppure era un prodotto consigliato proprio per la merenda dei bambini". Maestri racconta l'errore in ospedale. "La dottoressa, una chirurga, l’ha portato nel suo reparto dove è stato operato di appendicite, in quelle condizioni, ma non si trattava di quello. Se la pediatra l’avesse visitato, almeno non l’avrebbero operato e magari non sarebbe peggiorato. Ora vogliamo giustizia".

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