Italia, Grecia, Spagna e Turchia a fuoco. Colpevole la crisi climatica globale
Nel sud dell'Europa, in particolare in Italia, Grecia e Turchia, si stanno verificando devasanti incendi causati dalle alte e secche temperature estive
Incendi Sud Europa: non si arrestano le fiamme in Italia, Spagna, Grecia e Turchia. Gli incendi continuano e salgono le vittime. Il colpevole? La crisi climatica
Foreste incandescenti, interi paesi evacuati e centinaia di pompieri mobilitati. Come scrive il quotidiano francese Le Figaro, in una settimana l'Europa meridionale ha visto il termometro salire e gli incendi boschivi prendere il sopravvento. Solo nell'Italia del Sud, le autorità hanno registrato 800 incendi negli ultimi sette giorni. Infatti, dopo gli incendi devastanti dello scorso fine settimana in Sardegna, che hanno devastato 20.000 ettari di foresta, oliveti e colture, l'Italia ha visto le sue terre incendiarsi, sfavorite da venti particolarmente caldi. Il termometro, questo fine settimana, ha raggiunto dei record di temperatura in Puglia (40 °C) e in Sicilia (39 °C). Quest'ultima è stata particolarmente colpita dagli incendi. Infatti, dei 60.000 dell'anno 2021, ben 300 hanno riguardato questa regione all'estremo sud del Paese. Secondo il sindacato degli agricoltori Coldiretti, nonostante la siccità e il caldo, questi incendi "sono stati provocati da criminali".
Incendi in Turchia, le immagini dei roghi. Video
La Grecia, da parte sua, ha spento 56 incendi, i più gravi dei quali hanno costretto centinaia di abitanti a lasciare le loro case. La Spagna e la Turchia non sono da meno e hanno assistito con orrore all'incendio delle loro campagne. Da sabato 31 luglio mattina, circa 300 pompieri con 77 veicoli e sette unità pedonali stanno cercando di dominare centinaia di ettari bruciati nel nord-ovest della penisola del Peloponneso, vicino alla città di Patrasso. Mentre il paese subisce temperature canicolari, cinque villaggi e le loro centinaia di abitanti sono stati evacuati. “La catastrofe è immensa”, ha detto Dimitris Kalogeropoulos, il sindaco di Aigialeias, uno dei villaggi vicini all'incendio. Secondo il giornale locale Patrastimes, case, capannoni agricoli, stalle e interi campi di ulivi sono stati ridotti completamente in cenere. Otto persone sono state ricoverate con problemi respiratori e ustioni in ospedali della regione che, secondo la Protezione civile, non sono in pericolo di vita. Anche la località balneare di Loggos è stata evacuata. Un centinaio di abitanti e di turisti sono stati trasportati sabato sera dalla polizia portuale verso il porto di Aigio, a pochi chilometri dal paese. Dall'inizio dell'anno, circa 13.500 ettari sono bruciati in Grecia contro una media di 7.500 in questa fase dell'anno tra il 2008 e il 2020.
Infine, con quasi 95.000 ettari bruciati da gennaio, contro una media di 13.516 a questo punto dell'anno tra il 2008 e il 2020, la Turchia, a causa delle alte temperature e il vento forte, sta vivendo la sua peggiore catastrofe incendiaria del decennio. Una situazione molto critica che ha spinto il presidente Recep Tayyip Erdogan a chiedere aiuto materiale ai suoi vicini russi e ucraini. In totale, più di 4000 vigili del fuoco, sostenuti da cinque aerei e da una quarantina di elicotteri, tentano di controllare circa 71 incendi dichiarati. Il disastro naturale ha portato alla morte almeno quattro persone e conta circa 200. Le fiamme non hanno risparmiato neppure le località balneari, gioia dei turisti in questa stagione estiva. A Bodrum, nella provincia di Mugla, 80 ettari sono stati bruciati nonostante gli sforzi di lotta contro gli incendi a terra e per via aerea. Oltre 4000 turisti e personale hanno dovuto essere evacuati dalla guardia costiera e dai pescherecci.
Il sud della Spagna, invece, soffoca a temperature intorno ai 40 ºC. Una siccità che rende il rischio di incendi «estremo», secondo la Protezione civile locale. Già a metà luglio, 400 ettari del parco naturale Cap de Creus in Catalogna erano stati ridotti in cenere e ben 350 persone avevano dovuto essere evacuate dalle autorità. Questo fine settimana, un incendio vicino al bacino idrico di San Juan, a circa 70 chilometri a est di Madrid, ha attirato l'attenzione di 28 squadre di pompieri. Cinquanta ettari di macchia mediterranea sono stati distrutti dalle fiamme.
Infine, anche l'Europa settentrionale, di solito risparmiata, è stata colpita dagli incendi estivi. Dal 26 luglio, la Finlandia ha registrato il suo più devastante incendio degli ultimi cinquant'anni. In una settimana, 300 ettari di foresta sono andati in fumo, sotto gli occhi stupiti dei finlandesi. «Ci vorrà almeno una settimana, forse due o tre, per riuscire a spegnerlo completamente», ha spiegato all’Agence France-Press (AFP) il capo delle operazioni dei vigili del fuoco, Jarmo Haapanence. La paura è questa: con estati sempre più calde, questi drammi continueranno a ripetersi.