Inchiesta Toti, l'ombra di una talpa: "Stanno indagando, spegni il telefono"

I pm temono che ci siano state soffiate. L'uomo di Esselunga a Brunetta (non indagato): "Vendiamo il tuo vino se parli con Giovanni"

Di Redazione Cronache
(Fonte immagine: La Presse) 
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Inchiesta Toti, gli agganci con Esselunga e il sospetto di una talpa

L'inchiesta che ha travolto la Regione Liguria e portato all'arresto del presidente della Liguria Giovanni Toti si allarga e ora oltre alle presunte mazzette che vedono coinvolto anche l'ex presidente del Livorno Aldo Spinelli (anche lui ai domiciliari), spuntano nuove accuse per il governatore, relative ad altri presunti soldi illeciti ricevuti: "195mila € da un società di rifiuti". I pm però sospettano che ci sia una talpa, qualcuno che avrebbe comunicato agli indagati dell'esistenza dell'inchiesta. Il 30 settembre 2020 - in base a quanto risulta a l'Ansa - i fratelli Arturo Angelo Testa e Italo Maurizio Testa, iscritti a Forza Italia in Lombardia e da ieri sospesi dal partito dopo l'indagine a loro carico, vengono a Genova per incontrarsi con alcune persone della comunità riesina. A quell'incontro si sarebbe avvicinato un uomo considerato vicino a Toti, che dice a Italo Testa: "Vedi che stanno indagando, non fate nomi e non parlate al telefono …. Stanno indagando". In tutta risposta Italo Maurizio Testa afferma: "Sì lo so, non ti preoccupare...L'ho stutato ("spento" in dialetto siciliano, ndr)".

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L'ipotesi è che ci sia una talpa, sospetti su un ex poliziotto con agganci importanti. Ma nelle carte dell'inchiesta, spunta anche il nome di Renato Brunetta (non indagato). Il 17 marzo 2022 - in base a a quanto riporta Il Fatto Quotidiano - Francesco Moncada, consigliere d’amministrazione di Esselunga e marito dell’ad Marina Caprotti, va a trovare Giovanni Toti nel suo ufficio al palazzo della Regione Liguria: nella stanza ci sono le cimici piazzate dalla Procura di Genova, che indaga entrambi per corruzione. Moncada mette il telefono in vivavoce e chiama l’attuale presidente del Cnel Renato Brunetta, allora ministro della Pubblica amministrazione nel governo Draghi. Il manager - in base a quanto risulta a Il Fatto - spiega a Brunetta di aver bisogno del governatore per aprire due nuovi punti vendita nel capoluogo, dove è potuto sbarcare nel 2020 – dopo anni di dominio incontrastato della Coop – proprio grazie all’amministrazione di centrodestra. "Senti Renato, io sono nelle mani di Giovanni per questi due supermercati qua. Per cui se vogliamo mettere il tuo vino devi parlare con Giovanni". Il vino Capizucchi, in effetti, compare tuttora nei volantini promozionali della catena.

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