Inchiesta ultras, così i tifosi eludevano i controlli: coinvolti anche gli steward
Scoperta la cessione di abbonamenti a prezzi record: il trucco del cavallo di Troia
Inchiesta ultras, nelle carte della Procura il sodalizio tra i tifosi e gli organizzatori dell'ordine pubblico allo stadio
L'hanno ribatezzato il metodo del cavallo di Troia. Nello specifico è la tecnica che gli ultras utilizzavano per guadagnare sugli ingressi allo stadio. Un sistema semplicissimo: i responsabili delle tifoserie - dalle 80 alle 100 persone - possono entrare per sistemare le coreografie, gli striscioni e il materiale utilizzato durante le partite. L'entrata di questi capotifosi avveniva da un cancello secondario, quindi senza il passaggio degli abbonamenti ai tornelli. Ecco che scatta la trovata per far denaro: le tessere venivano cedute, dietro pagamento che variava a seconda dell'importanza del match.
Secondo la Procura queste entrate col cavallo di Troia avvenivano grazie a degli steward complici che non effettuavano le verifiche con i documenti. Una volta entrati gli acquirenti della tessera riconsegnavano a un addetto i titoli che avevano "noleggiato". Nell'ordinanza queste operazioni sono state circoscritte con appostamenti e materiale fotografico e portavano all'organizzazione una cifra consistente. Nei big match una Curva poteva esser venduta anche a 150 euro che moltiplicato per 1000 dava agli ultras 15.000 euro a partita. Sempre dal cancello riservato venivano fatte entrare anche persone che avevano il divieto di accesso allo stadio per problemi legati all'ordine pubblico.
LEGGI ANCHE: Inchiesta ultras, dopo Milan e Inter faro su altre due tifoserie: pronto un maxi-filone in Procura