Inchiesta Venezia, l'accusatore: "Mando a tua moglie le foto del night". Spunta il sexy ricatto

Vanin ha svelato le presunte tangenti prese dall'assessore Boraso. La replica è stata una denuncia per il materiale "scottante" in suo possesso

di redazione cronache

LUIGI BRUGNARO SINDACO DI VENEZIA

Cronache

Inchiesta Venezia, il sexy ricatto che ribalta tutto. Ma per i pm l'accusatore è attendibile

Nell'inchiesta che ha travolto il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro e il suo ex assessore Renato Boraso per le presunte tangenti prese, spunta anche un "sexy ricatto". Il principale accusatore Claudio Vanin, infatti, è finito a sua volta nel mirino della Procura per aver minacciato di rendere pubbliche foto intime: "Mando a tua moglie le foto al night". Il caso riguarda un'altra vicenda ma collegata. Dalle carte del fascicolo spunta - riporta Il Corriere della Sera - un processo per una tentata estorsione "a luci rosse" ai danni di un imprenditore che aveva lavorato a uno dei palazzi acquisiti da Ching, il Donà, diventato poi un hotel a cinque stelle. È stato quest’ultimo a denunciare Vanin, che nel 2018 a fronte di una diffida e una richiesta di danni gli avrebbe mandato dei messaggi minatori, dicendo che avrebbe girato alla moglie le foto di un presunto tradimento in un locale hard della Slovenia.

Leggi anche: “Fuori Brugnaro dalla laguna”: proteste contro il sindaco di Venezia

Questo secondo processo rappresenta una carta da giocarsi per Brugnaro e Boraso. La prima udienza di fronte al tribunale di Treviso sarà il 17 settembre. "Questo episodio dimostra quale sia l’attitudine del signor Vanin, quale il suo modo di rapportarsi con le persone che incontra sul proprio cammino imprenditoriale", ha scritto Lotti (emissario italiano di Ching) nella memoria inviata alla procura lo scorso 27 dicembre. Un tentativo di screditare il "super testimone", che con la Sama - in base a quanto risulta a Il Corriere - puntava ad avere un ruolo importante non solo come progettista ma anche come socio (con un investimento di 50 milioni di euro) nella maxi lottizzazione sull’area a ridosso del ponte della Libertà, acquistata nel 2006 da Brugnaro quando era solo un imprenditore e che per la procura sarebbe stata oggetto di corruzione: il sindaco, con due membri del suo staff, secondo l'accusa, avrebbe infatti promesso a Ching e Lotti che avrebbe moltiplicato l'indice di edificabilità e le cubature in modo da farne salire il prezzo dai 5 milioni spesi 18 anni fa a 150. Poi non se n’è fatto nulla. Ma per i pm il super testimone, che chiama in causa il sindaco Brugnaro, è attendibile.

Tags:
inchiesta venezialuigi brugnaro venezia