A questo primo risultato seguirà una seconda fase che porterà il totale delle piante a circa 6 mila tra alberi e arbusti di diverse specie, tra cui: Ontano nero, Pioppo bianco, Salice bianco. Ma anche alberi da frutto come: Peschi, Meli, Ciliegi, Albicocchi e Susini provenienti da vivai italiani e muniti di passaporto fitosanitario. Il nuovo bosco urbano di 19.245 metri quadrati, consentirà di assorbire fino a 219,14 tonnellate di CO2 in 20 anni e fino a 200 Kg di PM10 all’anno, restituendo all’ambiente fino a 159,97 tonnellate di ossigeno in 20 anni e contribuendo al miglioramento dell’ecosistema, della qualità dell'ambiente e della quotidianità per la comunità locale.
Piantare 6,6 milioni di alberi entro il 2024 in 14 Città metropolitane italiane (1.268 comuni in cui vivono più di 21 milioni di abitanti) per contrastare l'inquinamento atmosferico, i cambiamenti climatici e la perdita di biodiversità, è anche l’obiettivo della misura “Tutela e valorizzazione del verde urbano ed extraurbano” del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Lo stanziamento complessivo è di 330 milioni di euro. Da Milano a Roma, passando per Torino, Napoli e Genova, si tratta di un impegno che consentirà al nostro Paese di ricevere nei prossimi cinque anni 191,5 miliardi di euro Pnrr, finanziato con risorse europee per rilanciare l'economia italiana dopo la crisi causata dalla pandemia.
Ma a parte gli obblighi che ci impone Bruxelles, la convinzione che gli alberi possano risolvere l'inquinamento atmosferico, è appoggiata da molte organizzazioni territoriali, persone fisiche, enti pubblici, associazioni e aziende private per mitigare gli effetti del cambiamento climatico. Forestami, per esempio è il progetto promosso da Città metropolitana di Milano, Comune di Milano, Regione Lombardia, Parco Nord Milano, Parco Agricolo Sud Milano, ERSAF e Fondazione di Comunità Milano, che prevede la messa a dimora di 3 milioni di alberi entro il 2030. Ad oggi 611.459 gli alberi piantati.
Poi c'è anche
Treedorm, un'azienda
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aliana che gestisce l'omonima piattaforma di e-ommerce online che consente a chiunque di piantare alberi in diversi paesi in tutto il mondo, offrendo anche ai clienti la possibilità di monitorare la crescita delle piante.Treedom lavora in collaborazione con piccole comunità di agricoltori, comunità locali e organizzazioni non governative in diversi paesi tra cui Tanzania, Ecuador, Kenya, Italia, Haiti e altri ancora. Acquistando un albero tra quelli disponibili, il cliente ne affida la crescita agli agricoltori locali della zona di piantumazione. A ogni pianta sono associate la posizione GPS e una regolare documentazione fotografica, inserite in una pagina web dedicata a fini di monitoraggio.
Poi ci sono gli esperti, quelli che scendono in campo per sostenere l'idea che piantare alberi rappresenta la soluzione più concreta per la lotta al cambiamento climatico. Stefano Mancuso, ad esempio. Botanico, ricercatore dell'Università degli Studi di Firenze e direttore dell'Istituto di Neurobiologia Vegetale, ha proposto in un recente articolo che per raggiungere l'obiettivo di contrastare la crisi climatica, bisogna piantare 100 miliardi di alberi nelle aree periurbane del Mondo. Il Prof Mancuso parte dal presupposto che le piante sanno quello che fanno e, dato che rappresentano il 99.7% degli esseri viventi su questo pianeta, stupide non sono. Val a dire, abbiamo sottomano una soluzione straordinaria da adottare, eppure per vincere la sfida ci confrontiamo solo con le nuove tecnologie. E per far capire questo messaggio, da qualche settimana è possibile vedere il Prof Mancuso in piccoli divertenti reels sui social dove compare con Giovanni Storti del trio Aldo, Giovanni e Giacomo, nei quali Mancuso spiega il suo punto di vista, cioè che il futuro dell'uomo dipende dalle piante, ma anche il suo progetto chiamato Prospettiva Terra. 300 sensori IoT (Internet of Things), sviluppati dallo stesso Mancuso e dallo spin off dell’università di Firenze Pnat, posizionati su altrettante piante della Biblioteca degli Alberi di Milano (Bam).
“Questi particolari sensori" dice Mancuso "registrano in tempo reale tutto ciò che accade nell'albero, come l’anidride carbonica assorbita, gli inquinanti rimossi dall'aria, i miglioramenti che questi alberi provocano sul clima e sull'ambiente a loro circostante, nonché la stabilità degli alberi cosí da sapere, quindi, se hanno dei problemi di salute o se sono in perfetta forma”.
Dalle prime rilevazioni risulta che gli alberi di Bam monitorati dal progetto, hanno stoccato 101 tonnellate di CO2 mentre, solo nei primi giorni di aprile, hanno rimosso 570 g di sostanze nocive e si stima arriveranno a 71 kg in un anno.
"Nei prossimi anni" spiega Mancuso "le nostre città diventeranno sempre più calde proprio a causa del riscaldamento globale. Di conseguenza, è necessario pensare subito ad una soluzione per adattarci: non c’è niente di meglio degli alberi per raffreddare la città. Non è una soluzione semplice o ‘naif’, anzi, ad oggi non c’è soluzione migliore, perché gli alberi funzionano come dei piccoli condizionatori d'aria in quanto traspirano l'acqua e, di conseguenza, abbassano la temperatura. È un processo definito endotermico e il progetto che abbiamo appena iniziato ha proprio questo scopo, illustrare in diretta questo processo a tutti i cittadini, in modo che chiunque si convinca dell'utilità di questi amici verdi”.