"Urlavo, loro ridevano. Ho gli incubi". Continua la caccia alla gang di Milano
Quattro le vittime del branco filmato dai telefoni. "Immagini poco leggibili". Lo sfogo delle ragazze
"Sono ancora sotto choc, non riesco a realizzare quello che è successo"
Gli investigatori della squadra mobile diretti dal dirigente Marco Calì, fanno chiarezza sull'inchiesta di Capodanno, sull'esatto numero dei filmati analizzati durante le indagini in corso e, in particolare, su quante sono state in realtà, secondo gli accertamenti svolti finora, le ragazze vittime delle aggressioni in piazza Duomo durante i festeggiamenti per l'arrivo del 2022.
«Finora ci sono tre episodi accaduti il 31 dicembre tra mezzanotte e mezza e l'una e mezza e quattro vittime per cui, in accordo con la Procura e l'aggiunto Letizia Mannella, procediamo per il reato di violenza sessuale di gruppo - spiegano in questura, come si legge su Il Giornale -. Del primo episodio di violenza la questura ha parlato da subito, facendo i bilanci della notte di San Silvestro, il primo dell'anno. Si tratta della ragazza di 19 anni assalita e molestata in via Mazzini.
La giovane - ovvero l'ormai arcinota ragazza con il piumino rosso vernice - era con un'amica che però non ha sporto denuncia. Quindi c'è stata un'altra ragazza rapinata del cellulare dal branco di giovani che popolavano piazza Duomo in quel momento e che durante lo scippo è stata anche toccata; infine indaghiamo sul caso delle due tedesche delle cui denunce sporte a Mannheim, una volta tornate in Germania e di cui siamo venuti a conoscenza solo l'altro ieri, dopo sette giorni dai fatti di Capodanno».
«I filmati amatoriali che stiamo analizzando sono due, uno apparso sulla pagina Facenook Milanobelladadio e un altro su Askanews - conclude la polizia, sempre secondo quanto si legge su Il Giornale -. Identificare i ragazzi coinvolti nelle violenze non sarà facile perché si tratta di immagine che hanno una pessima risoluzione e che dovremo incrociare con le molte riprese delle telecamere».
Intanto l'agenzia di stampa Ansa registra dichiarazioni che pesano come macigni. Sensazioni devastanti, che non se ne vanno nel giro di qualche giorno o poche settimane, ma destinate a lasciare un'eco profonda, scioccante nell'interiorità di una giovane donna che da poco si è affacciata alla vita. Sono quelle di una delle due studentesse tedesche molestate in piazza Duomo.
«Sono ancora sotto choc, non riesco a realizzare quello che è successo. Il mio cervello cerca solo di dimenticare tutto. Non riesco ancora a dormire, mi sveglio nel mezzo della notte tremando, per colpa degli incubi che mi stanno perseguitando».
La giovane, che ha 20 anni, spiega di aver provato a reagire colpendo uno dei suoi aggressori: «L'ho preso in faccia ma mi guardava ridendo, mi guardava con uno sguardo che diceva fai quello che vuoi, tanto io continuo».
Ma ecco il racconto dettagliato delle molestie. «Ci stavamo guardando in giro, c'erano i fuochi d'artificio e la musica - prosegue la ragazza -. Ho capito che mi stavano toccando e volevamo scappare ma c'era troppa gente, non potevano andarcene. La mia amica è caduta, continuavano a spingerci in modo molto aggressivo e a un certo punto ho sentito mani dappertutto, anche dentro il reggiseno che mi è stato praticamente strappato».
«La polizia non ha fatto nulla» ha concluso la giovane, che però ha detto di non riuscire a ricordare ogni particolare.
«È successo tutto così in fretta - prosegue la giovane tedesca -. All'improvviso c'erano decine di persone addosso a noi e non capivo esattamente chi stesse facendo che cosa. So solo che a un certo punto eravamo vicine alle transenne e abbiamo iniziato a urlare, perché abbiamo visto che la polizia era lì. Ci hanno sicuramente viste, chiedevamo aiuto ma non hanno fatto nulla».
«Volevamo solo andarcene ma non ci aiutava nessuno - conclude la ragazza - ha affermato ancora la ventenne tedesca -. Quando finalmente siamo riuscite ad arrivare dalla polizia, non ci capivano perché nessuno parlava inglese. Solo un fotografo parlava inglese e ha provato a calmarci ma eravamo sconvolte».