Italia, più morti di lavoro che di mafia. Tre stragi in un giorno, ecco dove
La Uil: "Più morti sul lavoro che a causa della mafia". Da Latina ad Agrigento, continuano le stragi bianche
Italia, più morti di lavoro che di mafia. Tre stragi in un giorno, ecco dove
Ancora morti sul lavoro: un operaio di 21 anni, Angelo Giardina, è deceduto mentre si trovava in un capannone di un'impresa edile che produce manufatti in calcestruzzo di Canicattì, nell'Agrigentino. Secondo una prima ricostruzione sarebbe rimasto travolto da carrello elevatore che stava manovrando. Sul posto sono intervenuti i Vigili del fuoco, Carabinieri e personale del 118. La Procura di Agrigento, che ha aperto un'inchiesta e ha disposto il sequestro dell'area, sta cercando di accertare la posizione lavorativa del giovane e se siano state rispettate le norme anche in materia di sicurezza. "L'ennesima vittima di una strage, tre morti al giorno sul lavoro in Italia non sono una cosa normale", ha commentato il segretario provinciale della Cgil Alfonso Buscemi. Un altro operaio, invece, è caduto da un cavalcavia sulla A4 nel fiume Adda ed è attualmente disperso.
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Ma non solo: tragedia anche nelle campagne di Pulcherini, dove ha perso la vita un ventunenne, rimasto schiacciato dal trattore. Il giovane, questa mattina, era impegnato nei lavori all’interno di un appezzamento di terreno della frazione collinare di Minturno, quando per cause in corso di accertamento da parte dei carabinieri, il mezzo agricolo si è capovolto e per il ragazzo non c’è stato scampo. Sul posto sono intervenuti i carabinieri che hanno effettuato gli accertamenti del caso ed anche i vigili del fuoco per la rimozione del trattore. Un’informativa è stata inviata al Tribunale di Cassino. La notizia della tragedia si è immediatamente sparsa in città ed ha suscitato dolore e commozione.
Un fenomeno, quello dei morti sul lavoro, che uccide più della mafia, come ha messo in luce uno studio della Uil presentato questa mattina. Tra il 1983 e il 2018, infatti, gli omicidi riferibili alla criminalità organizzata - secondo l'archivio Istat - sono stati 6.681, nello stesso periodo i morti sul lavoro - fonte Inail - sono stati oltre 55.000, come "una strage silenziosa". "Negli ultimi 10 anni - si legge nello studio - la media è stata quasi di 1.200 vittime annue. Secondo gli ultimi dati pubblicati dall'Inail, nel solo 2023, a fronte di 585.356 denunce totali, 1041 hanno riguardato infortuni mortali". Solo nei primi 3 mesi del 2024 sono state presentate già 145.130 denunce di infortunio (+0,38% rispetto al primo trimestre 2023) e sono stati registrati già 191 decessi.Il 91,7% dei casi mortali ha riguardato uomini. Quasi la metà dei casi ha riguardato la fascia di lavoratori di 50-64 anni".
Per ciò che concerne gli infortuni, nel 2023 è aumentata l'incidenza nella fascia dei lavoratori under 20, con un incremento dell'11,7%: da 73.862 a 82.493 casi. "Elevata - si legge ancora - è l'incidenza dei casi mortali che hanno riguardato stranieri (oltre il 65% degli infortuni mortali avvenuti in occasione del lavoro nel 2023), considerando ovviamente solo i lavoratori regolari".