Italiano morto alle Bahamas, è giallo: il corpo senza organi pieno di segatura
Alfio Torrisi, 54 anni, originario di Giarre, Catania, era imbarcato sulla nave «Paradise» della Carnival
Italiano morto alle Bahamas, è giallo: il corpo senza organi pieno di segatura. La replica della ditta per quale lavorava
Un mistero sul quale la famiglia chiede che venga fatta chiarezza e che ha fatto scattare una complicata indagine della magistratura. La storia, anticipata nei giorni scorsi dal quotidiano La Sicilia, è quella di un falegname 54enne, Alfio Torrisi, originario di Giarre (Catania), morto lo scorso ottobre al Rand memorial hospital di Freeport, nelle Bahamas, dove era stato ricoverato a seguito di un malore sulla nave «Paradise» della Carnival cruises line, dove lavorava per conto della Techni teak di Riposto.
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Dopo un esposto della famiglia il corpo dell’uomo era rientrato in Sicilia, dove era stata eseguita una nuova autopsia. Nella fascicolo della Procura di Catania, intanto, erano stati iscritti due indagati per omicidio colposo (come atto dovuto per poter eseguire l’autopsia): il titolare dell’impresa per cui lavorava Torrisi e il capitano della nave sulla quale è avvenuto il decesso. Ma quando il medico legale esegue il nuovo accertamento scopre qualcosa di apparentemente inspiegabile. Il cadavere dell’uomo è totalmente privo degli organi interni. Al loro posto solo segatura mista a fogli di giornale. L’esito dell’autopsia viene quindi consegnato alla Procura che a quel punto avvia una rogatoria internazionale per accertare cosa sia successo, probabilmente durante o dopo la prima autopsia. Rogatoria per la quale sarà ora decisivo recuperare gli esiti degli accertamenti fatti all’ospedale delle Bahamas.
Il giallo della morte di Alfio Torrisi, in realtà era cominciato molto prima, nel novembre del 2023, dopo l’esposto della moglie dell’uomo, assistita dagli avvocati Antonio Fiumefreddo e Giuseppe Berretta. La famiglia Torrisi aveva denuncia che l’attività del falegname si sarebbe svolta "in condizioni di lavoro ai confini del disumano", a "cielo aperto per 14-16 ore al giorno" e "senza di fatto pause", in una località che "ancora in ottobre fa registrare temperature estive con tassi d’umidità fra i più elevati al mondo". Nell’esposto si sollevano dubbi anche sui soccorsi dopo che l’uomo si era sentito male: "Ha un forte mal di testa» e "zoppica e farfuglia frasi incomprensibili". Malesseri a fronte dei quali — si legge sempre nella denuncia, secondo quanto ricostruito da La Sicilia — ci sarebbe stata "una colpevole gravissima omissione": dalle tre ore e mezza trascorse dal malore prima che fosse chiamata l’ambulanza al mancato trasferimento dal "piccolo ospedale di Freeport" a Miami.
"Mio fratello stava benissimo, aveva fatto dei controlli medici poco prima ed era sano — dice Rosaria Torrisi — ha lasciato una moglie e un bambino, e noi sorelle e fratelli con papà distrutti. Vogliamo sapere se sia morto di lavoro e che fine abbiano fatto i suoi organi. Sembra tutto così assurdo... Non ci daremo pace fino a quando non avremo la verità". Da parte sua la società Techni Teak, tramite gli avvocati Emanuela Fragalà e Concetto Ferrarotto, fa sapere: “A seguito della pubblicazione degli articoli di stampa sul decesso del signor Torrisi Alfio, nell’interesse del sig. Nirelli Giulio e della Techni Teak si precisa che nessuna delle circostanze addotte dai familiari di quest’ultimo nell’esposto riportato dagli organi di stampa è stata oggetto di contestazione da parte della Procura della Repubblica nei confronti del nostro assistito la cui iscrizione nel registro indagati costituisce un mero atto dovuto per garantire la legittimità degli accertamenti di natura medico legale disposti dal P.M”. “In relazione a questi ultimi è indispensabile chiarire come non sussista alcun “giallo” in relazione alla mancata presenza degli organi all’interno della salma del povero signor Torrisi, atteso che in sede di conferimento di incarico peritale l’illustre Prof. Cristoforo Pomara ha chiaramente esplicitato a tutte le parti che tale circostanza era già ordinariamente prevedibile a fronte dell’utilizzo, in occasione dell’autopsia effettuata alle Bahamas, della tecnica autoptica meglio nota come di “Letulle en masse”, comportante il prelievo in blocco (in massa) di tutti gli organi”.
“Contrariamente a quanto risulterebbe essere stato affermato nell’esposto dei familiari del Torrisi e divulgato dagli organi di stampa, la Techni Teak è impresa affermata nel settore che svolge da anni la propria attività garantendo la più ampia tutela dei propri dipendenti nello svolgimento delle mansioni lavorative; pertanto pur nel profondo rispetto per il dolore dei familiari del defunto, si riserva fin d’ora ogni azione a tutela dell’immagine personale e professionale del Nirelli e della sua ditta”.