Killer scarcerato perchè obeso, il legale ad Affari: "Non fu femminicidio"
Diventano un caso i domiciliari concessi a Dimitri Fricano, l'uomo condannato per l'omicidio della fidanzata Erika Preti
Killer scarcerato perchè obeso, il legale di Dimitri Fricano ad Affari: "Non fu femminicidio. In carcere sarebbe morto"
“Il Tribunale di Sorveglianza di Torino ha stabilito che Dimitri Fricano debba essere curato”. Con queste poche, ufficiali, parole gli avvocati Alessandra Guarini e Roberto Onida hanno commentato il provvedimento che ha disposto nei confronti dell’uomo che nel 2017 uccise la fidanzata Erika Preti con oltre 50 coltellate.
Ma dietro una motivazione tanto forte quanto divisiva, secondo Guarini, c’è molto di più. C’è, anzitutto – come ha spiegato ad Affaritaliani.it – il riconoscimento di condizioni di salute precarie che già durante il processo i legali di Fricano avevano tentato di far riconoscere dal Tribunale di Nuoro, prospettando una seminfermità: anni di terapie, plurime patologie già dall’età infantile, gravi anzi gravissime.
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“Questo provvedimento sembra uno schiaffo alla vittima, una giovane donna – ha aggiunto Guarini – Ma forse è la presa d’atto di una condizione che era sfuggita ai giudici che lo hanno processato e condannato. Se fosse stato riconosciuto come soggetto malato già all’epoca, Dimitri avrebbe iniziato un percorso di terapia sei anni fa. Invece ora la condizione è limite, pertanto il tribunale ha ritenuto di far proseguire la pena detentiva a casa”.
Fricano, continua l’avvocato, "era seguito dal Centro di salute mentale di Biella fin da ragazzo, e prima ancora dal neurologo e neuropsichiatra infantile di Alessandria, e assumeva terapie". Insomma, si trattava di una persona altamente problematica sin da piccola, che ancora oggi soffre di bulimia nervosa, e che nel tempo è diventato gravemente obeso, arrivando a pesare 200 kg. In aggiunta a una serie di patologie gravissime.
“In carcere sarebbe morto – spiega Guarini - lo dicono anche i medici; Dimitri non poteva ricevere le cure adeguate, perchè presenta delle barriere architettoniche tale per cui è tutto impossibile per una condizione come la sua”. Questo provvedimento, insomma, nulla toglie all’orrendo crimine cui Dimitri Fricano si è macchiato anche se – commenta ancora Guarini – non si sarebbe trattato di femminicidio, piuttosto di una reazione violentissima indotta dalla sua patologia".
Rimane, però, una condanna definitiva a 30 anni, che Dimitri Fricano - reo confesso- dovrà continuare a scontare.