L'obbligo di accettare pagamenti con il pos dipende dalla pressione Ue
A dirlo sono gli italiani, che hanno risposto in massa a un sondaggio: 4 su 10 dichiarano che le commissioni sui pagamenti elettronici non dovrebbero esistere
Secondo il popolo del Belpaese il dietrofront del governo sul pos dipende anche dalla finanza internazionale
Dopo la resa del governo sul pos, con il conseguente dietrofront alle multe per gli esercenti che si rifiutano di far pagare con carte e bancomat, che restano, Termometro Politico ha diffuso un sondaggio a cui il popolo del Belpaese ha risposto in massa: secondo gli italiani l'obbligo di accettare pagamenti con il pos è dovuta alla pressione di Commissione Europea, Bruxelles e finanza italiana e internazionale.
In particolare, il 36,3% pensa che la revoca sia dovuta all'influenza della Commissione Europea mentre per il 31,7% l'esecutivo "ha ceduto alle pressioni di Bruxelles, finanza italiana e internazionale, che ormai di fatto hanno più potere dei governi".
Per il 18,7% il dietrofront è dovuto al fatto che il governo ha capito che sarebbe stata una battaglia impopolare mentre per l'8,2% l'esecutivo ha compreso che ormai gli italiani sono abituati a usare la moneta elettronica e che le commissioni sono diventate basse.
Gli italiani hanno detto la loro opinione anche sulle commissioni per i pagamenti elettronici. Il 42,7% ritiene che non dovrebbero esistere, o dovrebbero essere a carico delle banche intermediarie. Un ulteriore 24,8% pensa che dovrebbero esistere solo per i pagamenti al di sopra di una certa soglia e per gli esercizi commerciali più grossi.
Il 17,8% pensa che la moneta elettronica sia un diritto del consumatore e che vada anche a vantaggio degli esercenti, che dovrebbero quindi pagare le commissioni. Infine il 7% crede che le commissioni dovrebbero essere a carico dello Stato mentre per il 4,4% a pagare dovrebbero essere gli stessi consumatori.
Agli intervistati è stato inoltre chiesto se i giovani traggano beneficio dallo stretto legame con la tecnologia. Una larga maggioranza risponde di sì: il 51,1% chiede comunque di vigilare sul rischio di alienazione dalla realtà mentre il 16,6% ritiene che gli strumenti digitali aiutino a stimolare l'intelligenza e ad apprendere molte competenze oggi necessarie. Di diverso avviso il 25,9% secondo cui l'utilizzo di molta tecnologia renda i giovani meno concentrati e più distratti.
Termometro Politico ha poi lanciato un sondaggio sulla fiducia nella premier Giorgia Meloni, che è data in leggero rialzo al 43,8%. Le intenzioni di voto vedono Fdi e M5S stabili rispettivamente al 28,7% e al 17,6%. Il Pd cala ancora al 16,4% mentre la Lega crescere (8,5%) e sorpassa Azione/Italia Viva (8,2%). Leggera flessione per Forza Italia al 6,9%, seguono Sinistra Italiana/Verdi al 3,2%, +Europa al 2,5%, Italexit al 2,3%, Unione Popolare all'1,6% e Italia Sovrana all'11,4%.