La borseggiatrice rom massacrata: "Ho 12 figli, voglio cambiare vita"

Aggredita col tirapugni e presa a bottigliate dai suoi capi perché non voleva più rubare. Il parto d'urgenza per salvare il bambino, era all'ottavo mese

Di Redazione Cronache
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Roma, la storia della borseggiatrice che ha deciso di cambiare vita. Le botte e il suo passato

Meri Secic è la 39enne croata brutalmente aggredita nella metro di Roma dai suoi "capi" per essersi rifiutata di rubare, voleva cambiare vita. La donna adesso è a letto e non riesce a muoversi a causa dei dolori. Una scelta, quella di smettere con i furti, per la quale - si legge su Il Messaggero - lei e il bimbo che portava in grembo hanno rischiato di morire. Il figlio è stato fatto nascere d'urgenza, con un parto cesareo, e ora è insieme alla madre al Policlinico Umberto I. "I miei protettori - dice la donna a Il Messaggero - mi hanno mandato un gruppo di picchiatori a massacrarmi perché gli avevo detto che non volevo rubare più. Mi hanno aggredita mentre ero in metro, usando il tirapugni e colpendomi anche con le bottiglie. Conosco i mandanti e gli esecutori. Ho detto i loro nomi alla polizia. Spero davvero che li prendano e che sia fatta giustizia. Devono pagare per quello che hanno fatto".

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"Dopo la morte di mio padre e l'esaurimento di mia madre, ho iniziato con gli scippi. Io - prosegue la donna a Il Messaggero - non sono nata in un campo rom, ma da una famiglia croata che poi si è trasferita in Italia. Vivevo con i miei a Firenze. Ma all'improvviso mi sono trovata sola e non sapevo cosa fare per vivere. Così ho iniziato con i primi furti e un giorno sono stata avvicinata da un gruppo di zingari. Mi sono anche fidanzata e ho avuto 12 figli. Da Firenze sono andata in un campo a Roma e rubavo per guadagnarmi da vivere. Ora ho deciso di smettere e cambiare vita".