"La corruzione dilaga nella sanità italiana": la denuncia di chi ci lavora

Il report pubblicato da REACT e Transparency International Italia segnala una situazione davvero inquietante

Foto: leo2014 da Pixabay
Cronache
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Il 94% degli intervistati parla di "corruzione diffusa"

Corruzione in sanità: per il 94% degli intervistati è un fenomeno diffuso. Il report pubblicato da REACT e Transparency International Italia vede anche raddoppiarsi la percentuale di chi ha vissuto o assistito a un episodio di corruzione. L'indagine, condotta su circa 4.000 dipendenti di aziende sanitarie, viene presentata oggi, mercoledì 6 aprile, in occasione della Giornata Nazionale per l’Integrità in Sanità, alla presenza del Sottosegretario alla salute, Andrea Costa, e del Presidente dell’Autorità Nazionale Anticorruzione, Giuseppe Busia. Dal report “Il valore pubblico dell’integrità” emerge che per i dipendenti delle strutture sanitarie intervistati la corruzione è ancora molto diffusa, sia a livello nazionale (94%) che nella propria regione (79%). Anche rispetto all’ente di appartenenza i dati non sono confortanti: 1 dipendente su 4 (28%) ritiene ci sia corruzione all’interno della propria azienda sanitaria.

 

Boom di casi di corruzione per via dell'emergenza-Covid
 


La pandemia sembra aver aumentato i rischi: il 70% degli intervistati reputa che l’attuale emergenza sanitaria abbia fatto crescere il rischio di corruzione nella sanità italiana ed il 39% ritiene che il rischio sia aumentato anche nel proprio ente. Con l’emergenza pandemica, le preoccupazioni maggiori sono soprattutto legate a irregolarità nella somministrazione di tamponi e vaccini, al favoreggiamento di particolari fornitori di dispositivi di protezione individuale, e alla sottrazione di questi da parte del personale. Gli episodi di corruzione hanno subito un incremento significativo: il tasso di vittimizzazione rilevato è pari all’8,4%, il doppio rispetto a quanto registrato dall’Eurobarometro negli anni 2019-2020 pari al 4%. “Ci preme evidenziare che la pubblica amministrazione non sembra cogliere appieno l’evoluzione del fenomeno criminale in fase emergenziale. La sottrazione di dispositivi di protezione o l’abuso di potere per far ottenere un tampone o un vaccino – i fenomeni maggiormente percepiti dai dipendenti nella nostra indagine – appartengono a una fase critica probabilmente alle spalle. Dobbiamo porre attenzione ai rischi più attuali, che riguardano il traffico illecito di dati sanitari, soprattutto in forma elettronica, ed i grandi investimenti del PNRR programmati in sanità per i prossimi anni” ha sottolineato Lorenzo Segato, Direttore scientifico di REACT.
 
Gli strumenti per prevenire la corruzione ci sono, tuttavia non tutti sembrano funzionare allo stesso modo. I Codici di Comportamento sono adeguatamente conosciuti da almeno il 75% dei rispondenti, le percentuali si abbassano al 52% per il Piano Triennale di Prevenzione della Corruzione e solo 1 dipendente su 2 è a conoscenza dei canali di segnalazioni interni.
 
Infine, dal rapporto si evince che la formazione (27%), l’analisi dei rischi (22%) e la rotazione del personale (21%) sono considerati gli strumenti da rafforzare per il contrasto agli illeciti in sanità, secondo i dipendenti intervistati.
 
“In considerazione degli investimenti del PNRR, di oltre 15 miliardi per il settore sanità, gli enti del sistema sanitario devono organizzarsi per gestire in maniera efficace queste risorse e ridurre al minimo il rischio di illeciti. È quindi necessario rafforzare le misure di prevenzione, come evidenziato anche dal report, e far sì che tutti i dipendenti siano consapevoli dell’importante ruolo che svolgono nell’attuazione di tali presidi - ha dichiarato Iole Anna Savini, presidente di Transparency International Italia - Siamo soddisfatti di come il Forum per l’Integrità in Sanità, in questi primi due anni, abbia rappresentato un importante punto di riferimento per le aziende sanitarie”.
 

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