“La mattina nel fango, la sera aiuto mia mamma”. Chi è Elena De Vincenzo, inviata Tg1

La giornalista nata e cresciuta proprio in uno dei paesi maggiormente colpiti dall’alluvione

Di Redazione Cronache
Elena De Vincenzo
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Elena De Vincenzo, ecco chi è l'inviata del Tg1

Inviata del Tg1, già corrispondente per la Vita in diretta. Ora eroina di e a Conselice, un paesino del Ravennate tra i più devastati dall’alluvione, che ancora oggi è prigioniero dell’acqua. Per tre giorni Elena De Vincenzo è stata allo stesso tempo testimone e protagonista delle operazioni di soccorso che si stanno succedendo in Emilia Romagna. "Conselice — racconta al Corriere della Sera — è il mio paese. Qui sono nata, qui sono cresciuta e qui ho ancora i miei affetti più cari. A cominciare da mia mamma che ha 72 anni".

Elena era stata mobilitata per seguire l’alluvione sin dal primo giorno, il 16 maggio; era stata prima a Cesena, Riccione, Faenza, ma non ancora a Conselice. E quando l’emergenza si è spostata nel suo paese si è trovata gestire i collegamenti in diretta con la prima rete Rai anche dalle stradine del paese in cui è nata e cresciuta. 

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"Quando è cominciato il maltempo ci sentivamo continuamente con mia madre — racconta—. Le dicevo di non sottovalutare la situazione e in caso di pericolo di salire ai piani alti. Lei prima ha cercato di sdrammatizzare, ma alla fine mi ha dato ascolto. Un po’ di panico l’ho avuto quando l’emergenza si è spostata proprio a Conselice e lei mi ha chiamato per dirmi che era andata via anche la luce. A quel punto, non sapendo quanto potesse durare questa situazione, le ho detto di spegnere il telefono per non consumare tutta la batteria. E ad intervalli regolari lo riaccendeva, ci sentivano, e mi raccontava come stava andando”.

E continua: "La prima volta che ho potuto vedere mia madre e le condizioni in cui era la casa è stato giovedì 18. Ho fatto il primo collegamento appena arrivata e poi sono corsa da lei. C’era la casa allagata, ma mia mamma era in sicurezza al primo piano. L’ho abbracciata e a quel punto mi sono tranquillizzata e anche continuare a lavorare per me è stato più semplice. La sera, dopo il lavoro, poi andavo da lei a darle una mano per quel che si poteva visto che era ancora tutto allagato".

"In generale, sin dal primo giorno, vedere la mia Romagna in queste condizioni è stato un colpo al cuore. Ho provato da subito tanto dolore e ho anche pianto. In questa regione l’alluvione ha provocato ferite veramente profonde. A Conselice, invece, ho avuto sentimenti contrastanti. Passata la preoccupazione per mia madre da un lato mi faceva piacere lavorare lì, perché era un modo per dare una mano e provare raccontare la gente e un territorio che conosci. Allo stesso tempo è stato triste vedere il posto dove sei nata praticamente in ginocchio. Girare per i luoghi della tua infanzia devastati e incontrare persone che conosci con gli occhi pieni di dolore è stato veramente pesante".

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