La ‘Ndrangheta ha allungato le mani sulle banche canadesi: ecco come

Nel 2019 il caso, con sequestri clamorosi, ma finì nel nulla. Ecco perché e come oggi rispunti dalle ceneri

di Antonio Amorosi
Angelo Figliomeni e Ferrari 02
Cronache

‘Ndrangheta, assalto alle banche canadesi. La storia di un capo clan che oltreoceano è un semplice venditore di panini

Sono sempre meno i pesci nel mare della costa ionica. Per questo motivo, forse, in tanti si spostano altrove. Nel 2019, quando scoppiò, il caso fu considerato clamoroso: per un’indagine nata nel 2017 vennero confiscati in Canada, a Toronto, i beni di un clan di Siderno (i Figliomeni). La polizia nazionale soprannominò l'inchiesta “Progetto Sindacato”, descritta in seguito come "la più grande operazione mafiosa in Canada", della storia: vennero congelati 500 conti bancari (presso le banche canadesi RBC, la TD Bank, la Canadian Imperial Bank of Commerce e la Bank of Montreal) e proprietà personali quali orologi Rolex, una serie di automobili Ferrari, immobili, whisky da 6.500 euro a bottiglia e tanti altri beni di lusso. Poi la vicenda finì nel dimenticatoio e infine sparì.

LEGGI ANCHE: 'Ndrangheta nei locali della movida: "Facciamo la terra dei fuochi a Milano"

Siderno, per chi non lo sapesse, è un Comune di 17.000 anime nella Locride ma che ha una capacità di fuoco terribile per quante “famiglie operative di ‘ndrangheta” esprima nel settore del crimine organizzato. Addirittura il sodalizio è stato descritto come Siderno Group, consorzio delle 'ndrine che trafficano in droga, gioco d'azzardo ed estorsioni tra Canada, Australia, Stati Uniti, Sudamerica e Italia.

Oggi torna in cronaca la loro saga e in particolare quella del clan Figliomeni.

Nell’area della città di Toronto, Angelo Figliomeni è solo un venditore di panini, in Italia è invece considerato un boss. Così un consorzio di giornalisti, Alessia Cerantola (Occrp/Investigate Europe), Robert Cribb (Toronto Star), Jared Ferrie e Brian Fitzpatrick, Alessia Candito (La Repubblica), ha provato ad approfondire la vicenda del 2019, rivelando aspetti inediti e inquietanti di “Progetto Sindacato”. Questo anche se tutte le accuse del 2019 contro Figliomeni e gli altri sospettati sono state sospese, ha dichiarato la polizia ai cronisti: i pubblici ministeri avrebbero deciso di non procedere e non portare in tribunale il caso perché si è dimostrato che, al tempo, la polizia aveva ascoltato le chiamate tra gli imputati e i loro avvocati.

Così dopo un'indagine costata 6,1 milioni di dollari americani (8 milioni di dollari canadesi), che ha coinvolto circa 500 agenti, sequestri di beni per un valore di 27 milioni di dollari americani (35 milioni di dollari canadesi), cinque Ferrari, 27 immobili “congelati” per un valore complessivo di 18 milioni di dollari (circa 24 milioni di dollari canadesi), tutto si è arenato nel niente giudiziario. La documentazione consultata dai giornalisti relativa a “Progetto Sindacato”, ottenuta dai tribunali, i documenti giudiziari provenienti dall’Italia, gli scambi con le forze dell'ordine italiane e quelle canadesi (che lavoravano anche nel 2019 su fronti distinti) e le fonti bancarie vicine alle indagini hanno portato a ritenere che la chiave per comprendere l’insediamento dei Figliomeni a Toronto siano le banche.

I referenti negli istituti di credito riciclavano i proventi proveniente dal gioco d’azzardo illegale e dalle altre attività simili per i clan. Emergerebbe che i Figliomeni, innocenti e non affiliati fino a prova contraria, sarebbero entrati in contatto con i dipendenti della Royal Bank of Canada e della TD, dove confluiva il denaro del clan. Molta documentazione proverebbe i continui scambi tra referenti finanziari e membri della ‘ndrina, così come la presenza di operatori bancari disponibili ad operare per i calabresi. Le banche mettono in mostra un flusso di pagamenti da parte dei membri verso il capo clan, Angelo Figliomeni (sempre presunto). Oltre a un contatto nella RBC, i giornalisti hanno scoperto prove che i “soci” di Figliomeni avevano contatti anche con due dipendenti della TD Bank. Per la polizia uno di questi, della TD, era “pienamente consapevole delle attività di riciclaggio di denaro” del gruppo Figliomeni. Ma nessuno dei due dipendenti è stato accusato di alcunché.

Ad oggi Angelo Figliomeni risulterebbe in Italia soggetto ricercato per “associazione mafiosa”, ma non può essere estradato dal Canada perché l'associazione mafiosa non è inclusa nel codice penale canadese, ha spiegato la polizia ai giornalisti. Angelo Figliomeni, Royal Bank of Canada e TD, contattato dai giornalisti non ha voluto commentare quanto descritto. In Canada, Figliomeni è a tutti gli effetti solo un venditore di panini e un commerciante che consegna prodotti da forno, attraverso le attività che possiede a Vaughan, una città nella Greater Toronto Area. Fine.

Il gruppo di giornalisti, nel copioso lavoro alle spalle dell’inchiesta, hanno raccolto anche le note del professore di criminologia alla St. Mary's University di Halifax Stephen Schneider che studia lo sviluppo della criminalità organizzata a livello mondiale. “Tradizionalmente, le cellule della 'Ndrangheta all'estero erano ‘asservite’ ai loro capi in Calabria”, spiega Schneider, “più recentemente, per la fazione di Siderno della 'Ndrangheta, c'è stato uno ‘spostamento di potere’ in Canada”. Questo perché le cellule dell'Ontario producono più flussi di denaro e redditi di quelle calabrese. E’ noto come il Canada da anni sia diventato rifugio di fuggitivi delle cosche Ionio-Reggine. E la presenza in Canada non è un fatto recente ma risale agli inizi del Novecento. Storico centro vitale è la città di Toronto, con affiliati che si aggirerebbero tra le 100 e le 500 unità, il cosiddetto Siderno Group.

 

Tags:
‘ndranghetabanche canadesicalabriandrineprogetto sindacatotoronto