Arresto di Matteo Messina Denaro, il c... di Piantedosi

Solo qualche giorno fa, ad Agrigento, la profezia del ministro: "Sarò colui che arresterà Messina Denaro"

di Marco Rossi
Matteo Piantedosi
Cronache

La profezia di Piantedosi: "Sarò colui che arresta Matteo Messina Denaro"

Partiamo dalla cronaca immediata. Oggi è un giorno luminoso per la Repubblica. È stato arrestato Matteo Messina Denaro, il nuovo “capo dei capi” latitante da 30 anni che le forze dell’ordine consideravano il ricercato numero uno. L’arresto è avvenuto in una clinica privata di Palermo, “La Maddalena”, dove il boss si trovava in regime di “Day hospital”. L’arresto è stato effettuato dai carabinieri dei Ros. 

Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha dichiarato: “Grandissima soddisfazione per un risultato storico nella lotta alla mafia. Complimenti alla Procura della Repubblica di Palermo e all’Arma dei carabinieri che hanno assicurato alla giustizia un pericolosissimo latitante. Una giornata straordinaria per lo Stato e per tutti coloro che da sempre combattono contro le mafie”.

Solo qualche giorno fa aveva detto da Agrigento dove si trovava con il capo della Polizia Lamberto Giannini per un vertice: “Mi auguro di essere il ministro che arresterà Messina Denaro”. Mai profezia fu più azzeccata. Dunque dopo tantissimi anni il mandante delle stragi di Capaci e di via D’Amelio è stato consegnato alla giustizia che lo aveva condannato all’ergastolo. Il blitz è stato coordinato dal procuratore di Palermo Maurizio de Lucia e dal procuratore aggiunto Paolo Guido. Un grande successo per lo Stato sotto il segno della legalità.

A tal fine il premier Giorgia Meloni ha commentato: “Non ci arrendiamo alla mafia, grande vittoria per lo Stato”. Un successo da oscar per le istituzioni repubblicane che vede il risultato ottenuto non casualmente con il nuovo ministro dell’Interno Matteo Piantedosi. E non è una coincidenza. È segno che è bastato qualche mese di “serietà istituzionale” per stringere le maglie e catturare il pericolosissimo latitante.

Ma non è solo l’atto in se importante, lo è tutto il contorno. Per ottenere risultati ci vuole gente determinata che trasmetta ai cittadini l’idea che “lo Stato c’è”. Sembra che finalmente l’Italia abbia trovato un ministro dell’Interno che funzioni. 

Chi è Matteo Piantedosi

Ma chi è Matteo Piantedosi? Il nuovo ministro è un tecnico di provata esperienza che ha servito come prefetto di Lodi, Bologna e Roma. Quindi una esperienza sul campo più che mai utile per non rimanere nel teorico. Nato a Napoli, è stato anche capo di Gabinetto di Salvini quando faceva il ministro dell’Interno e poi -nello stesso ruolo- anche con Luciana Lamorgese. I suoi primi interventi come ministro sono stati caratterizzati da concretezza e determinazione, si pensi solo al suo ruolo avuto nel cosiddetto “decreto rave”. È quello che serve all’Italia sul piano importantissimo non solo della sicurezza pubblica ma -anche e soprattutto- di quello della percezione che ne hanno i cittadini.

Infatti il tema della sicurezza è molto sensibile anche per la politica perché spesso ha determinato gli esiti delle elezioni. Si pensi anche al caso di Giovanna Reggiani, moglie di un ufficiale di Marina, stuprata e uccisa nella Capitale in un viottolo senza illuminazione presso la stazione di Tor di Quinto. Scoppia la polemica e poco dopo alle comunali vince Gianni Alemanno che della sicurezza faceva un suo cavallo di battaglia. Piantedosi ha preso anche netta posizione sul fenomeno conosciuto come “malamovida” che infesta tante città italiani, specialmente Roma.

Domenica 15 gennaio in una intervista al Messaggero ha detto: "Stiamo definendo i dettagli di una pianificazione di controlli straordinari soprattutto nelle principali città. Lo faremo con modalità analoghe a quelle che abbiamo avviato per i controlli presso le stazioni ferroviarie. D’accordo con i sindaci dedicheremo attenzione anche agli esercizi commerciali in prossimità dei quali si verificano questi fenomeni. La socializzazione giovanile e il divertimento sono fatti molto positivi ma non devono andare a discapito della quiete pubblica e della sicurezza dei cittadini".

In effetti andare al centro delle grandi città italiane assomiglia più alla discesa in un videogioco incentrato su Beirut. Ugualmente Piantedosi ha recepito perfettamente l’input politico del suo governo sulla nuova disciplina delle ONG. Si sta occupando attivamente di altri problemi di ordine pubblico, come ad esempio i recenti casi di violenza negli ospedali, dove è previsto di istituire posti di Polizia fissi, almeno per i grandi plessi. Da ultimo ha preso netta posizione contro i fatti avvenuti nello scontro tra le tifoserie di Roma e Napoli con gli imminenti procedimenti di Daspo.

L’azione di Piantedosi rifulge particolarmente anche in relazione a quella della Lamorgese ministro dell’Interno nei governi Conte 2 e Draghi. Soprattutto in quello giallo – rosso la Lamorgese si caratterizzò per una evidente timidezza istituzionale nell’affrontare sul campo le emergenze che i cittadini interpretarono per lontananza. Il cammino per Piantedosi è ancora lungo e il particolare periodo storico e la temperie culturale presentano formidabili sfide, ma possiamo dire che l’inizio, una volta tanto, è stato finalmente rassicurante per i cittadini.

Da ultimo la “perla” della cattura di Matteo Messina Denaro ci dà la certezza che “qualcosa è cambiato” e che si possa finalmente aprire un periodo nuovo per la sicurezza dei cittadini e la credibilità dello Stato repubblicano.

Tags:
arrestomessina denaropiantedosi