La sorella di Falcone sulla storia con Ilda Boccassini: "Un'offesa profonda"

L'intervento di Maria Falcone sulle rivelazioni intime: "Allarma la mancanza di rispetto per chi non c'è più"

Giovanni Falcone con Paolo Borsellino, l'altro giudice ucciso dalla mafia nei drammatici attentati del 1992
Cronache
Condividi su:

Maria Falcone, sorella del giudice scomparso, commenta le rivelazioni sul rapporto del fratello con Ilda Boccassini: “Si è smarrito il senso del pudore” 

Nella sua autobiografia “La stanza numero 30”, Ilda Boccassini ha rivelato – tra l’altro – il suo rapporto sentimentale con Giovanni Falcone, che era sposato con Francesca Morvillo, deceduta come lui nell’attentato di Capaci.

Anche per questo, le rivelazioni della magistrata hanno fatto discutere, suscitando tra le altre la piccata reazione della giornalista Francesca Barra, già biografa del giudice antimafia, che l’aveva definita una mancanza di rispetto.

Sul tema è intervenuta anche Maria Falcone, sorella del giudice scomparso, con parole ancora più dure: "Finora ho preferito evitare commenti su una vicenda che mi ha molto amareggiata, ritenendo che il silenzio, di fronte a parole tanto inopportune, fosse la scelta più sensata. Ma si è superato il limite".

“Finora ho preferito evitare commenti su una vicenda che mi ha molto amareggiata, ritenendo che il silenzio, di fronte a parole tanto inopportune, fosse la scelta più sensata. Quando, però, si supera il limite e si arriva, forse paradossalmente con fini opposti, a commenti inappropriati che scadono nella ridicolizzazione è, secondo me, impossibile non replicare”, ha scritto in una lettera al quotidiano La Sicilia, in risposta a un commento satirico pubblicato nei giorni scorsi sulla vicenda. 

“Quel che allarma innanzitutto è che sembra si sia smarrito ormai qualunque senso del pudore e del rispetto prima di tutto dei propri sentimenti (che si sostiene essere stati autentici), poi della vita e della sfera intima di persone che, purtroppo, non ci sono più, non possono più esprimersi su episodi veri o presunti che siano e che – ne sono certa – avrebbero vissuto questa violazione del privato come un’offesa profonda. Quanto al commento ospitato dal vostro giornale – aggiunge – del quale non riesco bene neppure a comprendere il senso – forse voleva essere una critica al libro della dottoressa Boccassini, ma anche leggendolo più volte non è chiaro – mi pare si sia superato il limite“.

“Questo immaginare scenette da sit-com di basso livello – osserva – questo descrivere due persone, che hanno fatto della compostezza e della riservatezza regole di vita e che sono state uccise per difendere la democrazia nel nostro Paese, come ridicoli protagonisti di un romanzetto di quart’ordine è vergognoso. In nome della libertà di espressione del pensiero non si può calpestare la memoria di chi non c’è più e la sensibilità di chi è rimasto e ogni giorno deve confrontarsi con un dolore che non può passare”.