Laudati fa scena muta sui dossier. Poi ritrova la parola: De Raho sapeva

Il pm indagato a Perugia si avvale della facoltà di non rispondere. Poi la nota: "Non ho spiato nessuno, ogni mia mossa condivisa dall'allora procuratore"

Di Redazione Cronache
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Antonio Laudati, pm antimafia
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Dossieraggio, il caso diventa politico. Laudati punta il dito contro De Raho

L'inchiesta della Procura di Perugia sul presunto dossieraggio che vede tra gli indagati anche il pm dell'antimafia Antonio Laudati, proprio dopo le sue parole è diventato anche un caso politico. Laudati, infatti, davanti ai pm che lo interrogano fa scena muta e si avvale della facoltà di non rispondere. Ma successivamente fa uscire un comunicato e spiega le sue ragioni, coinvolgendo anche l'ex procuratore e ora senatore del M5s, Federico Cafiero De Raho. "Tutte le mie attività - dice Laudati e lo riporta La Repubblica - sono avvenute sotto il pieno controllo del procuratore nazionale antimafia. Il dottor Laudati — spiega il suo avvocato — non ha mai costruito dossier per spiare o ricattare politici o personaggi famosi".

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E, ripete, tutto il suo lavoro è stato sempre condiviso dall’allora procuratore, Federico Cafiero de Raho, oggi senatore del Movimento 5 Stelle e vicepresidente della commissione antimafia. "Nei casi contestati nell’invito a comparire — scrive Laudati — mi sono limitato a delegare al gruppo Sos della Dna approfondimenti investigativi, in piena conformità alle leggi, alle disposizioni di servizio e sotto il pieno controllo del procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo". Quindi De Raho sapeva? "Il procuratore capo — ha spiegato l’avvocato di Laudati — conosce nel senso che è il momento terminale di una serie d’attività d’impulso che poi vengono trasmesse alle procure competenti". FI attacca De Raho e chiede l'allontanamento dalla commissione antimafia per "ragioni di inopportunità". Ma il M5s difende l'ex procuratore De Raho: "Una vittima".