Lecce, corruzione nella sanità: sesso e regali. Indagata anche una suora

Arrestati l'ex senatore Totò Ruggieri e il consigliere regionale Romano, misure cautelari personali per il sindaco di Otranto

Cronache
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Maxi inchiesta per corruzione nella sanità a Lecce, arrestato l'ex senatore Ruggeri e indagata suor Margherita Bramato

Prestazioni sessuali, casse di pesce, vini pregiati e soldi in cambio di un posto di lavoro, o per comprare voti: è quanto emerge dall'inchiesta della procura di Lecce che coinvolge in tutto 21 indagati tra cui anche i sindaci di Scorrano e di Otranto

L'operazione ha portato all'esecuzione di 11 misure cautelari personali (5 ai domiciliari, 4 all'obbligo di dimora, 1 di divieto di dimora e un divieto di esercitare attività imprenditoriale). Indagati a vario titolo per corruzione, traffico di influenze illecite e falso ideologico commesso dal pubblico ufficiale in atti pubblici.

Le cinque ordinanze di arresto sono state eseguite a carico dell'ex senatore Totò Ruggeri, l'ex sindaco di Alliste Antonio Renna, il consigliere regionale Mario Romano, l'ex presidente della Provincia Massimiliano Romano ed Emanuele Maggiulli. Obbligo di dimora per il neo sindaco eletto di Scorrano, Mario Pennelli e per il sindaco di Otranto, Pierpaolo Cariddi. Divieto di svolgere attività professionale per Elio Vito Quarta, Giantommaso Zacheo e Fabio Marra.

Secondo l'accusa, Ruggeri avrebbe versato 16 mila euro in due trance a procacciatori di voti per sostenere l'elezione di Pendinelli alle regionali del 2020, promettendo anche posti di lavoro. Undici in totale gli episodi di corruttela contestati, dal 2019 al maggio 2021, sette dei quali al solo Ruggeri che per i suoi favori avrebbe ricevuto da un imprenditore balneare varie utilità, da casse di pesce fresco a bottiglie di pregio. A Ruggeri è contestato anche l'avere ottenuto prestazioni sessuali da una donna con la promessa di un posto di lavoro in un distretto sanitario.

Tra gli indagati c'è anche suor Margherita Bramato, rettrice dell'ospedale panico di Tricase, indagata per corruzione nell'esercizio delle sue funzioni, in concorso con il direttore generale dell'ASL, Rodolfo Rollo. Nei confronti di quest'ultimo è stata avanzata una richiesta di sospensione.