Morisi, difesa: flacone con liquido non era dell'indagato

Così il guru della Bestia è finito nei guai. Dall’auto controllata dai carabinieri alla perquisizione nella sua villa dove ci sarebbe stato un "festino"

Cronache
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"Il flacone con del liquido (sul cui contenuto l'Autorita' giudiziaria sta compiendo i necessari accertamenti) non era di Luca Morisi, il quale - evidentemente - non puo' averlo ceduto a terzi". E' quanto fanno trapelare fonti della difesa dell'ex social media manager di Matteo Salvini. Proprio per questo, aggiungono le stesse fonti, "c'e' piena fiducia nel lavoro degli inquirenti" e condivisione delle parole del procuratore della Repubblica di Verona secondo il quale "si tratta di un fatto banale per quanto riguarda l'autorita' giudiziaria".

Lega, Morisi e la droga liquida ghb a due rumeni. La vicina: "Un viavai"

Resta un mistero la vicenda legata a Luca Morisi, l'ex guru dei social della Lega e braccio destro di Matteo Salvini. Il 1° settembre il creatore della Bestia ha rassegnato le dimissioni dal partito per motivi personali. Ma si è scoperto che dietro a questo improvviso passo indietro c'era l'iscrizione nel registro degli indagati per "cessione di sostanza stupefacente". È trascorso un mese e mezzo - si legge sul Corriere della Sera - da quando i carabinieri sono entrati nella cascina di Luca Morisi e hanno trovato 2 grammi di cocaina. Qui hanno trovato la droga nella macchina di due ragazzi rumeni e qui hanno perquisito la mansarda di Morisi. I 2 rumeni aggiungono di averla avuta, gratuitamente, da Luca Morisi, nel corso di un festino a casa sua. E indicano su Google Maps il cascinale di Belfiore. «Venite con noi», ordinano i carabinieri prima di salire sulla volante.

"Io, giuro, non l’ho mai visto — garantisce Cristina che gli abita sotto con la famiglia —. Ma in quei giorni c’è stato un bel trambusto e la mia cagnetta faceva il finimondo». La vicina di casa se li ricorda bene il 13 e il 14 agosto, perché non succede spesso che in questo posto così isolato capitino volti nuovi. «Ma soprattutto che vadano avanti e indietro come facevano loro. Erano ragazzi, prima è arrivato quello con la zainetto, poi quello con il berrettino rosso, e poi sono arrivati i carabinieri...".

I due giovani - prosegue il Corriere - erano stati fermati in auto poco dopo aver lasciato la casa di Morisi. La versione ufficiale parla di un controllo casuale, ma in realtà l’incrocio delle testimonianze sembra avvalorare l’ipotesi che fossero arrivati due giorni prima e questo alimenta il sospetto che in realtà il controllo fosse mirato. E che i militari li abbiano fermati perché convinti che nell’auto avrebbero trovato droga, come poi effettivamente accade. Si tratta di una quantità non elevata, loro comunque ammettono subito che è ghb, la droga liquida, e che è stato Morisi a cederla. Ecco perché si decide di effettuare la perquisizione. Quando arrivano nell’abitazione i carabinieri trovano il cinquantenne e anche lui finisce nell’elenco delle posizioni da verificare.