Macron, svolta legale nel caso McKinsey: aperta un'istruttoria per riciclaggio
La Procura nazionale finanziaria francese ha aperto un'istruttoria per riciclaggio aggravato di evasione fiscale
McKinsey: un rapporto del Senato aveva accusato la società di consulenza Usa di evasione fiscale, che il governo ha ampiamente utilizzato per missioni di consulenza
La società di consulenza americana, dopo le molte polemiche, è ufficialmente finita nel mirino della Procura finanziaria francese: la PNF ha infatti annunciato l'apertura di un'istruttoria per riciclaggio aggravato di evasione fiscale, innescata dalla recente relazione del Senato sulle società di consulenza, pubblicata lo scorso 17 marzo.
A scriverlo è il quotidiano francese Le Monde che sottolinea che se il PNF non ha dettagliato i contorni della sua indagine, né i sospetti presi di mira, il motivo addotto suggerisce che le indagini riguardano le pratiche fiscali di McKinsey.
Il Senato aveva infatti rivelato nella sua relazione che l'azienda americana non aveva pagato l'imposta sulle società tra il 2011 e il 2020, mentre realizza in Francia un fatturato di diverse centinaia di milioni di euro (329 milioni nel 2020). Un miracolo reso possibile da un meccanismo di ottimizzazione fiscale chiamato "transfer pricing", classico per le multinazionali, e la cui natura legale o fraudolenta è sempre difficile da stabilire.
Reagendo alla relazione del Senato, il ministro dell'Economia e delle Finanze, Bruno Le Maire, aveva assicurato il 30 marzo che "McKinsey pagherà tutte le tasse che deve alla Francia ruby sur l'ongle" e che il governo "non aveva lezioni da trarre nella lotta all'ottimizzazione fiscale", sottolinea Le Monde.
Da parte sua, continua Le Monde, il presidente Emmanuel Macron si è detto "scioccato" dalle pratiche fiscali di McKinsey, suggerendo che non erano illegali. "Nessuno addebita tasse a società come questa, perché queste non sono le regole" , ha assicurato su M6, sottolineando che questo faceva parte di "una battaglia internazionale", che egli stesso ha svolto in Europa, al fine di obbligare le imprese a pagare la “tassa minima”.
McKinsey, conclude Le Monde, ha intanto assicurato di "rispettare le regole fiscali francesi" , senza contestare le informazioni della commissione d'inchiesta del Senato. Per difendersi, l'azienda americana ha affermato di aver pagato "422 milioni di euro di tasse e oneri sociali", mantenendo la confusione tra imposta sulle società e oneri sociali versati sulla retribuzione dei propri dipendenti.