Madre e figlia morte nel Piave, il criminologo: "Ha ucciso la sua bambina credendo di proteggerla"
Matteo Villanova: "Non si tratta di patologie o depressione, ma di un senso di inadeguatezza in cui il rimedio è uccidere i figli per proteggerli"
Susanna Recchia - Matteo Villanova (Docente di psicopatologia forense. Presidente dell’Osservatorio Laboratorio Tutela Rispetto Emozionale Età Evolutiva
Madre scomparsa con la figlia di 3 anni, ritrovati i corpi nel fiume Piave. L'intervista di Affari a Matteo Villanova, docente di psicopatologia forense
Un dramma che ha scosso l'Italia, un mistero legato a doppio filo con la psicologia e un passato che genera in alcune persone una debolezza interiore e uno sfogo omicida si unisce ad un senso di protezione. Il caso della mamma trovata morta con la figlia di appena tre anni nel Piave necessita di un approfondimento che vada oltre i soliti canoni della depressione. Per farlo Affaritaliani ha scelto uno dei massimi esperti in Italia: Matteo Villanova, criminologo e docente di psicopatologia forense, nonché presidente dell’Osservatorio Laboratorio Tutela Rispetto Emozionale Età Evolutiva.
Professore cosa ne pensa di questo caso?
"Sicuramente è un dramma che va analizzato in tutte le sue sfaccettature. Il primo punto da analizzare è senz'altro la rottura di una catena di controllo e tutela del territorio. Dalla scuola al medico di base, passando per i servizi sociali e la rete di supporto che si fornisce in derminati casi. A questa mancanza ce n'è un'altra familiare che è ancora più grave".
In che senso?
"Un marito che non si accorge di un problema simile denota l'assoluta mancanza di dare attenzione alla donna, di trascurarla e di lasciarla da sola con le sue problematiche e la mancanza di autostima. Casi come quello della donna morta nel Piave non nascondono patologie ma solo un malessere che cova e si alimenta con la vita quotidiana. E in questo subentra anche l'inadeguatezza".
Inadeguatezza per cosa?
"Vivere il confronto con altre donne, ad esempio la nuova compagna di un ex, la suocera, la sorella del compagno. Paragoni che fanno sentire sbagliata una persona e che generano abbassamenti di autostima e paura di vivere".
E in questo cosa c'entra uccidere il proprio figlio?
"Nella psiche della persona con la morte si crea una barriera di protezione, ti uccido affinché tu non soffra i mali di questo mondo".
C'è un rimedio?
"Sicuramente la messa in discussione e la presa di coscienza di avere un problema da risolvere parlando con un esperto. Se mancano questi passaggi difficilmente si guarisce o se ne esce".