Mafia, il pm Natoli fa scena muta. Il caso si allarga, indagato un generale

L'ex magistrato è accusato di favoreggiamento aggravato a Cosa Nostra e calunnia

Di Redazione Cronache
Gioacchino Natoli
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Mafia, l'ex pm accusato non dice una parola. Anche un generale è stato iscritto nel registro degli indagati

L’ex pm Gioacchino Natoli, accusato dalla Procura di Caltanissetta di favoreggiamento aggravato a Cosa Nostra e calunnia, è stato interrogato dagli inquirenti ma ha fatto scena muta. Si è avvalso infatti della facoltà di non rispondere. Natoli, difeso dai suoi legali, gli avvocati Fabrizio Biondo ed Ettore Zanoni, - riporta Il Fatto Quotidiano - si è "riservato di chiedere alla Procura un successivo interrogatorio in cui fornire ogni utile chiarimento", come hanno specificato i suoi legali. Ma la Procura indaga anche su Stefano Screpanti, generale della Guardia di Finanza. Oggi è alla guida del Nucleo per la repressione delle frodi Ue, alle dipendenze del dipartimento per gli Affari europei e quindi del ministro Raffaele Fitto, ma le contestazioni mosse dai pm di Caltanissetta si riferiscono a quando era un giovane capitano del Gico di Palermo.

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Anche a Screpanti, come a Natoli, - prosegue Il Fatto - è stato notificato un invito a comparire, è indagato per favoreggiamento alla mafia e falso. Tutto ruota intorno ad alcune bobine. I magistrati della procura di Caltanissetta hanno dato incarico ai finanzieri del comando provinciale di riascoltare tutti quei nastri. In questo modo sarebbero emersi dialoghi interessanti da un punto di vista investigativo, che però non erano neanche stati trascritti all’epoca. Per quale motivo? Fu un errore degli investigatori dell’epoca? Per rispondere a questa domanda, ricostruisce l’edizione palermitana di La Repubblica, i finanzieri del Nucleo di polizia economico finanziaria di Caltanissetta hanno sentito i vecchi componenti della squadra che si occupò di quell’indagine. Nell'invito a comparire si legge che Natoli "disponeva, d’intesa con l’ufficiale della Guardia di Finanza, che non venissero trascritte conversazioni particolarmente rilevanti".

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