Mafia, la candeggina nel vino del prete. Lo strano odore ha evitato il peggio
Don Felice punito per i suoi appelli contro la criminalità organizzata. Terrore a Vibo Valentia durante la messa
Mafia, la messa rischia di finire in tragedia. Avvelenato il vino del prete
La mafia voleva colpire duro a Vibo Valentia. Nel mirino era finito un prete, don Felice. La criminalità organizzata calabrese aveva pensato ad un gesto eclatante: avvelenarlo durante la messa. Nelle ampolle dell'acqua e del vino, infatti, avevano versato della candeggina. Non è la prima intimidazione - si legge su Il Corriere della Sera - per il parroco di San Nicola di Pannaconi, frazione di Cessaniti in provincia di Vibo Valentia. Il sacerdote, durante la messa di sabato pomeriggio, ha consacrato le ampolle dell’acqua e del vino e, accostando il calice alla bocca, ha avvertito uno strano odore che lo ha messo in guardia. Ha quindi interrotto la celebrazione dicendo ai fedeli di non sentirsi bene. Le analisi hanno confermato la presenza nelle ampolle di candeggina. Da qui la denuncia ai carabinieri.
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Il gesto avrebbe potuto avere conseguenze molto gravi sul parroco che soffre di asma ed è anche cardiopatico. Non è la prima intimidazione che subisce. La sua auto - prosegue Il Corriere - è stata danneggiata due volte, nella sua cassetta delle lettere sono state recapitate diverse lettere anonime con minacce di morte. Nei giorni scorsi un altro prete, don Francesco Pontoriero, parroco della vicina Cessaniti, ha ricevuto a sua volta intimidazioni. L’idea è che i tanti episodi siano riconducibili a un attacco alla Chiesa di questi territori. I due preti, attraverso i loro appelli alla legalità, potrebbero aver dato fastidio a chi spera di legittimare un potere attraverso ricatti e prepotenze.