Massimo Galli indagato per "bandi pilotati", 24 i docenti sotto inchiesta
Galli e più di altri 20 professori sotto inchiesta per il "sistematico inquinamento dei concorsi universitari"
Il virologo Massimo Galli e altri 32, tra docenti e dirigenti, indagati a vario titolo. Decine di bandi sarebbero stati pilotati in favore di ricercatori e cattedre
Sotto inchiesta della procura di Milano e dei carabinieri del Nas 17 professori della Statale di Milano, e 7 di altri atenei. Coinvolta l'università Cattolica del Sacro Cuore, un docente dell’università Bicocca di Milano, un docente dell’università di Pavia, 2 tra Tor Vergata e Sapienza a Roma, uno a Torino e uno a Palermo. Indagati anche 5 ricercatori, favoriti nell’ottenere contratti. La procura avrebbe individuato “un sistematico condizionamento delle procedure per l’assegnazione dei titoli di ricercatore e di professore ordinario e associato all’interno della facoltà di Medicina e Chirurgia dell’università degli Studi di Milano”, si apprende dal decreto di perquisizione. Condotte di “addomesticamento di gran parte dei concorsi banditi”.
L'inchiesta in corso dal 26 aprile 2018, parte dalla presentazione di un esposto alla procura pavese per un caso di corruzione di un dentista che aveva chiesto a un docente di favorire i figli nel corso di laurea di Igiene dentale.
Al centro dell'indagine l’ospedale Sacco di Milano, in prima linea nella battaglia contro il Covid. Tra i 24 docenti indagati e destinatari di perquisizione, anche Massimo Galli, direttore del reparto di malattie infettive al Sacco, accusato di aver pilotato insieme ad alcuni colleghi 4 dei 13 bandi investigati. Il virologo è indagato per associazione a delinquere, turbativa d'asta, falso in atto pubblico. Ipotesi di reato, secondo l'accusa, avvenute per la maggior parte durante il primo lockdown, a marzo 2020.
Indagati per il ruolo di presidenti o membri di commissioni d’esame, o come beneficiari della procedura irregolare, per loro o per propri protetti, diversi nomi del mondo accademico.
L'episodio di corruzione è contestato al professore ordinario di Medicina e chirurgia Roberto Ghidoni che “riceveva nell’arco di alcuni mesi dall’odontoiatra Roberto Mannarino l’utilità rappresentata dall’esecuzione gratuita di lavori odontoiatrici per un valore di circa 10 mila euro”. Ghidoni, secondo l'accusa, compiendo “atti contrari ai doveri di ufficio”, è risultato, secondo i pm, asservito “agli interessi personali di Mannarino, relativi alla carriera universitaria dei figli”.
Università, non solo Galli. Tanti i docenti coinvolti nell'inchiesta
Sono 24 i professori universitari tra i 33 indagati nell'inchiesta dei Nas di Milano su presunti concorsi universitari truccati. Gli indagati devono rispondere, a vario titolo, di associazione per delinquere, corruzione, abuso d'ufficio, turbata libertà degli incanti e falsità materiale commesso dal pubblico ufficiale.
Tra i nomi più noti non c'è solo quello del virologo Galli, ma anche Giovanni Di Perri ordinario presso il dipartimento di Scienze mediche a Torino, Massimo Andreoni (ordinario di Malattie infettive presso dipartimento di Medicina dei sistemi a Tor Vergata), Claudio Maria Mastroianni (ordinario presso il dipartimento di Sanità pubblica e malattie infettive alla Sapienza di Roma) e Gianguglielmo Zehender, ordinario presso il dipartimento di Scienze biomediche e cliniche all’ospedale Sacco.
A Galli contestati 4 capi d'imputazione
In base alle ricostruzioni degli inquirenti a Galli oltre all'associazione a delinquere sono contestati 4 capi di imputazione. Il virologo avrebbe influenzato 4 bandi. Uno per il posto da professore di seconda fascia (associato) in malattie infettive presso il Sacco, vinto da uno dei ricercatori che lavorano a stretto contatto con il professore.
Poi un tentativo di favorire due collaboratrici. Galli e il direttore della Asst Alessandro Visconti, indagato, avevano "modellato" per loro le procedure di selezione di due dei quattro posti da dirigenti biologici, banditi nell’aprile del 2020 dall’Asst Fatebenefratelli-Sacco. Galli, inoltre, avrebbe dovuto decidere anche la composizione della commissione giudicatrice: una circostanza impedita da Maria Rita Gismondo, direttrice di Microbiologia clinica, virologia e diagnostica del Sacco, che aveva minacciato di rivolgersi all’autorità giudiziaria.
Galli è anche nella commissione del concorso da professore di prima fascia che è stato vinto da Zehender: in questo caso per gli inquirenti Galli e un altro indagato, il professor Auxilia, avrebbero lavorato per allontanare potenziali candidati e per ritagliare il bando sul profilo del candidato, un'operazione che gli indagati nelle intercettazioni nominavano come “il medaglione”. Si tratterebbe di uno dei metodi più utilizzati.
Galli è infine indagato per una quarta selezione, quella per un posto da associato al dipartimento di Scienze Mediche dell’università di Torino. Il verbale finale della commissione giudicante - di cui faceva parte - per i pm è un falso: alla riunione telematica del settembre 2020 per definire i criteri per l’attribuzione dei punteggi ai candidati, Galli risulta presente mentre in realtà non avrebbe mai preso parte al collegamento. Da cui la convizione degli investigatori che le decisioni a differenza di quanto scritto nel verbale furono prese solo da Di Perri.
Gismondo: "Inchiesta concorsi? Io fuori dalla vicenda e fuori resterò"
Maria Rita Gismondo, direttrice del Laboratorio di microbiologia clinica, virologia e diagnostica delle bioemergenze al Sacco, all'adnkronos in merito all'indagine ha detto: "Io sono fuori da questa vicenda e tale voglio rimanere, lasciando che la giustizia faccia il corso che dovrà fare". "Non mi posso ovviamente pronunciare su un'indagine che è in corso e che peraltro sconosco interamente e ho appreso dai media - continua Gismondo - Non mi pronuncio mai su giudizi dei colleghi, perché non lo trovo deontologico. Men che meno - precisa la microbiologa - prima che le eventuali responsabilità siano chiarite".
Andreoni: "Sono sereno, regole rispettate. Si faranno le indagini"
"Sono sereno e in assoluta tranquillità. Non ho ricevuto nessuna comunicazione ufficiale. Per il mio ruolo sono in tante commissioni esaminatrici, ma le regole vengono sempre stabilite prima e rispettate. Se qualcuno, come è accaduto in passato e accadrà in futuro, ha qualcosa da ridire, ha il diritto di farlo e si faranno le indagini. Ma sono assolutamente tranquillo". Sono invece le dichiarazioni di Massimo Andreoni, primario di Infettivologia al Policlinico Tor Vergata di Roma e direttore scientifico della Società italiana di malattie infettive e tropicali (Simit), che risulta indagato dalla Procura di Milano, insieme ad altri virologi e infettivologi, all'interno dell'inchiesta su un concorso bandito nel luglio 2020 per un professore di seconda fascia all'università di Torino.