Il "Vicinato" di Bresson in disfacimento: le rovine tra i Sassi di Matera
Lo scatto epocale che racconta un mondo sommerso senza identità e storia minime, entrato nel cuore e nell’occhio di generazioni vecchie e nuove. GALLERY
Il "Vicinato" di Bresson preda dell’abbandono e del disfacimento
Triste osservare, 20 aprile 2023, il "vicinato" fotografato da Henri Cartier Bresson preda dell’abbandono e del disfacimento. Camminando dentro i Rioni Sassi si giunge al termine di via Purgatorio Vecchio ed ecco il fabbricato rupestre immortalato da Bresson nel mezzo del 1951. Il 6 marzo dello stesso anno l’on. Michele Bianco, avvocato nato a Miglionico provincia di Matera, presenta alla Camera dei Deputati la proposta di Legge sul risanamento dei quartieri popolari dei Sassi e costruzione di abitazioni per contadini operai e artigiani.
Tra l’altro mette in luce che “quando si parla dei Sassi bisogna pensare alle bolgie infernali e poi moltiplicarne l’orrore per dieci, nella certezza tuttavia di rimanere sempre al di sotto della realtà. Bisogna pensare ad abitazioni dove non solo non entra il sole ma non entra l’aria, non entra la luce, dove non vi sono pavimenti, né pareti, né tetti; dove, in una parola, non vi è nulla di umano… I Sassi di Matera costituiscono una piaga che mortifica ed avvilisce ogni più elementare senso di umanità e rappresentano un marchio di infamia per la civiltà e la dignità del nostro Paese! Voi vorrete affrettarvi a cancellarlo facendo buona accoglienza alla presente proposta di Legge”.
Nella foto della vicinanza perpetuata da Bresson si rileva la struttura geometrica del bianco e nero in cui è racchiuso il momento decisivo, la misera vita quotidiana di donne e bambini incuriosite dalla presenza di quest’uomo straniero che imbraccia con discrezione la Leica M3.
Scatto epocale che racconta un mondo sommerso senza identità e storia minime, entrato nel cuore e nell’occhio di generazioni vecchie e nuove. L’istantanea di Henri Cartier Bresson - considerato l’Occhio del secolo (il Novecento) - definisce uno spazio preciso,un tempo e una circostanza, la memoria di vite piegate dalla rassegnazione, cattura l’essenza degli altri attraverso il loro sguardo e rimarca la capacità narrativa che sprigionano questi luoghi del Sasso Caveoso. ”Per dare un senso al mondo—scrive l’inimitabile fotografo francese—bisogna sentirsi coinvolti in ciò che si inquadra nel mirino, tale atteggiamento richiede concentrazione, disciplina mentale e sensibilità. Per me la macchina fotografica è come un block notes, uno strumento a supporto dell’intuito e della spontaneità…”.
Il blocco tufaceo e cavernicolo illustrato da Bresson si presenta oggi con tre scalinate esterne malmesse coperte da piante selvatiche, androni e locali privi di infissi, un muretto su cui alloggiano due gatti simpatici in attesa di cibo, il pozzo centrale sigillato con tufo sbrecciato, laggiù indumenti e ferraglia e pezzi di legname fradicio disseminati sul pavimento, cumuli di mattoni flagellati dall’acqua piovana, e quindi le parole “ lavori in corso” vergate in nero su tela di plastica arancione in stato pietoso.
Quadro sconfortante nonostante dal 1993 i Rioni Sassi risultano essere patrimonio Unesco, e nel 2019 la città di Matera proclamata capitale europea della cultura. E comunque la dimora, gli alloggi sopra descritti sono riconducibili al “Programma di edilizia residenziale pubblica nei Rioni Sassi di Matera. Legge n.179/92”. Interventi gestiti con pubblico denaro.
Per esempio: in via San Gennaro, nei pressi della Cattedrale, si vedono camere senza tetto con finestre che si affacciano sul nulla, erbacce e rifiuti in ogni dove, il muro costruito per respingere i vandali del pomeriggio tardi o predatori di beni parastatali; lungo Vico Commercio,ai piedi dell’incredibile ascensore realizzato nel 2013 (spesi 267 mila euro di finanziamento regionale) e mai entrato in funzione, si notano altri immobili vuoti persi nel degrado,utilizzati come deposito di varia immondizia, e, dulcis in fundo, dal belvedere di Piazzetta Pascoli si osservano non poche case diroccate che aspettano il mitico signor Godot.
Correva l’anno 2002 quando il Comune di Matera delibera il progetto esecutivo di recupero residenziale nei Sassi Barisano e Caveoso. Settantadue abitazioni da mettere in opera con un sovvenzionamento di oltre 9 milioni euro. La Giunta regionale nomina il Commissario per la ricognizione delle attività edilizie nei Sassi. Al termine del controllo si rinnova l’appalto stante la “mancata acquisizione del parere del comitato tecnico dell’Ater (agenzia territoriale edilizia residenziale)”.
Il Municipio ratifica il nuovo elaborato procedurale, svolge il bando assegnato il 5 aprile 2005 al Consorzio Stabile Novus spa di Napoli. Dopo il via libera a una variante progettuale,8 febbraio 2007, i lavori si scontrano con alcune problematiche. Soprattutto le iniziali 72 unità immobiliari diventano 41 destinando le aree rimanenti ad altro utilizzo.
Si registrano anche soppressioni e riavvio delle attività lavorative fino al blocco del 29 luglio 2011. A metà 2012 il Consiglio regionale concede a sindaco e assessori di Matera la modifica del “Programma residenziale Sassi” mentre il Ministero Beni culturali esprime, 11 novembre 2013, parere favorevole alla mutazione tecnico-architettonica. Il nulla osta della Regione Basilicata viene recapitato nel capoluogo materano il 20 maggio 2014. Passano ventiquattro mesi e a febbraio 2016 riprendono i lavori a cura di una società facente parte del Consorzio Stabile Novus. Operazioni che vengono interrotte la mattina del 19 dicembre 2016, e mai più riprese.
L’assessore regionale alle Infrastrutture il 30 giugno 2017 convoca i referenti di Comune e Ater e Direzione dei lavori. Sollecita i vertici politici comunali, in qualità di soggetto attuatore, a “giustificare l’operato sinora condotto e definire le condizioni con le quali si intende proseguire nel procedimento”. Il 30 agosto 2018 la Giunta regionale riconvoca Comune e Ater e Direzione dei lavori. Nel corso dell’incontro si notifica quanto accaduto dal 2002 al 15 luglio 2018: importo del contratto-atti aggiuntivi euro 5.571.567,28, importo a consuntivo delle spese sostenute euro 2.999.921,21, credito dell’impresa euro 26.996,21.
Presidente e assessori regionali constatato che “alcuna proposta precisa è stata presentata con l’obiettivo di addivenire alla ripresa delle attività—visto anche che il dirigente regionale Ufficio edilizia comunica che il Comune di Matera non ha individuato una valida soluzione per la definizione dell’intervento—a tutela del pubblico interesse si propone la nomina di un Commissario ad acta”. Quest’ultimo deve verificare lo stato del progetto, acclarare le motivazioni della mancata conclusione delle mansioni appaltate e eventuali responsabili, constatare se sussistono le condizioni tecniche amministrative e legislative per riesumare il Piano edilizio.
Diversamente scatta la revoca del finanziamento residuale. Flavia Franconi, vicepresidente della Giunta regionale, il 15 marzo 2019 designa il Commissario ad acta nella persona dell’ing. Guido Loperte del Dipartimento infrastrutture mobilità ufficio protezione civile della Regione Basilicata. Durata dell’incarico, sessanta giorni. Quando le varie entità istituzionali pubbliche lucane inizieranno i lavori in merito alla residenza fotografata settantadue anni fa da Henri Cartier Bresson? Ah, saperlo.