Matteo Zuppi: arriva finalmente un papa italiano?

Ma torniamo al presente, la scomparsa di Benedetto XVI ha provocato un vero terremoto in Vaticano, per molti versi inaspettato

Di Giuseppe Vatinno
Cronache

Matteo Zuppi: arriva finalmente un papa italiano? Andrea Cionci presenta a Siena il suo libro su Francesco Anti - Papa

Giovanni Battista Enrico Antonio Maria Montini, Paolo VI, è stato l’ultimo papa italiano, se si esclude il brevissimo pontificato di Giovanni Paolo I, Papa Luciani, di soli 33 giorni.

Nato a Concesio, in provincia di Brescia, fu proclamato santo nel 2018 da papa Francesco.

Il “papa del dubbio” e di formidabili sfide che gli pose la società civile, regnò durante il periodo del terrorismo, amico di Aldo Moro, accompagnò la Chiesa alla conclusione del Concilio Vaticano II, quel concilio che cambiò per sempre il corso della Chiesa cattolica e che produce ancora i suoi effetti, ad esempio, in questi giorni, nella lotta tra progressisti e conservatori.

Invece l’ultimo papa straniero prima del ritorno di papa Giovanni Paolo II, Karol Wojtyla, è stato il fiammingo (ora sarebbe olandese essendo nato a Utrecht) Adriaan Florenszoon con nome di Adriano VI fino al 1523. Da allora fino al 1978, data di elezione di Giovanni Paolo II ci furono solo papa italiani per ben 455 anni.A breve, e cioè il prossimo 16 ottobre, saranno esattamente 45 anni che manca un papa italiano. Un quarto di secolo. Periodo secco ed in un certo senso significativo in un ambiente in cui la cabala numerica gioca ancora un certo ruolo.Chissà se c’ha pensato il cardinal Matteo Zuppi, nato a Roma nel 1955, arcivescovo metropolita di Bologna e dal maggio 2022 anche potente presidente della Conferenza Episcopale Italiana (CEI).

Il padre era Enrico Zuppi era un giornalista cattolico molto impegnato nel sociale.Amico personale di Montini -e cioè di papa Paolo VI- fu da lui chiamato a dirigere il settimanale illustrato del Vaticano l‘”Osservatore della domenica” che ora è un supplemento dell’”Osservatore Romano”. Zuppi padre è stato una delle figure più rappresentative della stampa vaticana e dal punto di vista tecnico introdusse il “fotogiornalismo” che poi fu ripreso dalla stampa laica italiana. Per lui l’immagine era tutto e da sola poteva “comunicare” la notizia magari aggiungendovi una efficace didascalia.

Ma torniamo al presente, la scomparsa di Benedetto XVI ha provocato un vero terremoto in Vaticano, per molti versi inaspettato. Ha iniziato padre Georg, il segretario particolare del papa tedesco, a sparare ad alzo zero, su papa Francesco che è stato costretto ad incontrarlo in fretta e furia pochi giorni fa e da allora si è taciuto, seguendo l’imposizione del vicario di Cristo.

Da allora però papa Francesco ha mostrato una incredibile iperattività che si è concretizzata principalmente nella “messa in sicurezza”, più propriamente “sotto tutela”, del Vicariato romano con l’imbrigliamento del troppo conservatore cardinal Angelo De Donatis e con la nomina del reggente monsignor Baldassarre Reina.

Contemporaneamente la Comunità di Sant’Egidio, tramite il suo consigliere spirituale monsignor Vincenzo Paglia, è scesa visibilmente in campo appoggiando Francesco anche tramite il fondatore Andrea Riccardi, già ministro. Ne abbiamo parlato qui

Poi il papa argentino ha incontrato una serie di politici, a cominciare dal premier Giorgia Meloni, Gianni Alemanno e Roberto Gualtieri, sindaco di Roma.Dunque Bergoglio, che è gesuita, non ha perso tempo e ha fatto parecchie mosse contemporaneamente per difendersi dagli attacchi dei conservatori.Ricordiamo anche tutta la polemica, in punta di diritto canonico, che prosegue in alcuni ambienti sulla legittimità della elezione di papa Francesco. Un tema che sta conducendo Andrea Cionci che possiede un blog su “Libero” ed è autore del libro “Codice Ratzinger” oggi in presentazione a Siena.  Ne abbiamo parlato qui

Bergoglio -tempo fa- ha fatto anche un riferimento esplicito al fatto che potrebbe dimettersi e occuparsi solo della Capitale, come “vescovo di Roma”.

Dunque si stanno preparando le grandi manovre per il prossimo conclave e i vescovi italiani puntano sul loro capo Matteo Zuppi, un cardinale progressista ritenuto molto vicino a papa Bergoglio che, ricordiamolo, lo volle personalmente alla guida della CEI.L’altro potenziale candidato italiano, il segretario di Stato Pietro Parolin, non ha il potere di fuoco della potente CEI e –soprattutto- non lo vuole Bergoglio.

Zuppi è spesso in TV e si occupa anche di comunicare direttamente al governo italiano i desiderata del papa, saltando lo stesso Parolin.

L’altro giorno, ad esempio, ha fatto un esplicito riferimento al governo italiano sul PNRR e al suo utilizzo per fini sociali e cioè per la Caritas.Tre giorni dopo Giorgia Meloni è stata ricevuta in Vaticano.

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