Matteotti, condomini contro la targa: "Pericoloso dire ucciso dai fascisti"

Roma, scoppia il caso nel palazzo dove abitava il politico assassinato. La gente si divide sul riconoscimento, si temono atti di vandalismo

Di Redazione Cronache
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Palazzo Giacomo Matteotti
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Giacomo Matteotti, la targa che divide. Gli inquilini hanno paura

Giacomo Matteotti continua a dividere anche a 100 anni dalla sua morte. Nel palazzo dove visse il politico assassinato dai fascisti è scoppiata una polemica, il Comune di Roma ha deciso di affiggere una targa in suo ricordo, ma ha chiesto il parere vincolante degli inquilini di via Pisanelli 40, al Flaminio. Ma - riporta Repubblica - non c'è accordo, anzi la maggioranza è ferma sul "no" al riconoscimento. Gli inquilini: "C’è già la vecchia lastra, scrivendo chi l'ha ucciso rischiamo atti vandalici". Il caso ha scatenato le polemiche nel palazzo signorile composto da tredici appartamenti con vetrate in stile Liberty, stucchi e affreschi. Il nocciolo della querelle è sulla frase della targa rifiutata in cui si ricorda che Matteotti è stato ucciso "per mano fascista", ma pesano anche le dimensioni della lastra in marmo definite "troppo ingombranti".

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Certamente - prosegue Repubblica - la faccenda innervosisce qualcuno dei condomini. C’è chi sbarra la porta. E chi, sostenendo il "no", infastidito dice: "È scontato dire chi uccise Matteotti, specificarlo non lo trovo pregnante". Lasciando il palazzo dove la questione è tutt’altro che risolta, c’è un’altra frase che non passa inosservata. Non è incisa su una targa ma impressa sulla facciata di fronte al condominio in subbuglio. E, come a mandare un messaggio ai dirimpettai, qualcuno ha scritto con lo spray rosso: "Certe volte davvero se non fai niente non cambia niente e non cambia niente se non fai niente".