Mauro Guerra, ucciso per un Tso. Si riapre il caso: "Visita non prescritta"

Un carabiniere l'ha rincorso e gli ha sparato sei anni fa. Adesso spunta la versione di un maresciallo che cambia tutto. "Il soggetto non era pericoloso"

Cronache
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Ucciso per un Tso. Spunta la versione di un maresciallo dei carabinieri

Si riapre a distanza di sei anni un clamoroso caso di cronaca che aveva diviso l'opinione pubblica.Il 29 luglio 2015 Mauro Guerra, 32 anni, - si legge su Repubblica - viene convocato nella caserma di Carmignano, località tra Padova e Rovigo: ad un certo punto capisce che potrebbe essere sottoposto a un Tso e fugge. Guerra si rifugia in casa. Viene raggiunto dai carabinieri: scappa in boxer e scalzo e arriva in un campo. C’è una colluttazione tra lui e un militare: a questo punto il maresciallo Marco Pegoraro spara, Guerra muore poco dopo. Pegoraro verrà assolto dal reato di eccesso colposo di legittima difesa. Tuttavia, mentre il processo prosegue sul piano civile, emerge un fatto nuovo.

Intervistato da Ivan Grozny Compasso di Padovaoggi.it, - prosegue Repubblica - il maresciallo Filippo Billeci, fino a tre mesi prima dei fatti comandante della stazione dell’Arma di Carmignano, racconta la sua versione. Quel giorno di luglio venne chiamato a svolgere un’azione di mediazione, nella convinzione che si potesse indurre Guerra ad accettare un Tso: «Dopo ho scoperto che non c’era», quel Tso. Ancora: «Per me Mauro non era pericoloso, con me non c’erano mai stati problemi in tanti anni»; e "se fosse stato pericoloso, non sarei stato in casa da solo un’ora con lui".

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