Medvedev e quella tenuta nel Chianti. Urso: "Dividerci fa il gioco di Mosca"
L'ammiraglio Cavo Dragone: "Così la Marina italiana ha respinto le navi russe nell'Adriatico"
Urso: "Medvedev personaggio grottesco, da lui carnevalata ma dividerci fa il gioco di Russia e Cina"
"La riunione di era già in programma, non è stata determinata da questa carnevalata di Medvedev. Abbiamo approvato due documenti, uno che ha reso pienamente operativa l'agenzia sulla cybersicurezza nazionale. Il secondo è l'approvazione della relazione conclusiva al Parlamento. Ritenevamo che il lavoro svolto fino ad oggi dovesse essere illustrato con una relazione al Parlamento in cui abbiamo trattato tutte le tematiche importanti avvenute in questi mesi. Abbiamo poi reso conto in merito a due indagini conoscitive: quello sulla desecretazione dei documenti e di una migliore loro conservazione e quello sulla disinformazione, la propaganda, il condizionamento, l'ingerenza straniera nei processi democratici dell'Occidente anche atraverso la rete cyber". Lo ha detto il senatore FdI Adolfo Urso, presidente del Copasir, ospite a 'Sky Tg24' ma anche in un'intervista al Corriere della Sera di oggi.
"L'Italia è stata in ritardo - sottolinea - nella realizzazione dell'agenzia per la cybersicurezza: è infatti stata realizzata lo scorso anno - con 10 anni di ritardo - anche grazie all'incalzare del Copasir. Il suo compito è quello di aumentare la consapevolezza e la resilienza, informare cittadini e imprese per cui ciascuno possa tutelare il suo spazio dall'ingerenza di attacchi hacker. Nella nostra relazione individuiamo come necessario che il governo possa dare disposizione al premier di poter reagire ad un attacco hacker. L'Italia è in ritardo anche per quanto riguardo l'aspetto del contrasto alla disinformazione. In Europa se ne parla dal 2015, in Italia da oggi. C'è una task force europea che monitora in tempo reale le fake news e c'è un sito europeo che ci dice se una determinata notizia propagata è falsa. La consapevolezza di questo tema nella classe politica italiana non c'è stata in questi anni".
Per Urso, che ha avvisato dei tentativi di infiltrazione anche della Cina, "è più pericoloso ciò che non appare. Le dichiarazioni di Medvedev, valgono quelle che valgono, quelle di un personaggio grottesco. Le ingerenze russa e cinese utilizzano la propaganda e il condizionamento attraverso il reclutamento della classe dirigente europea con contratti significativi da parte di aziende russe o cinesi, condizionando la nostra democrazia. La Russia ha dimostrato di volerlo fare durante le campagne elettorali. La disinformazione c'è in ogni momento della nostra vita sociale, pensiamo a quello che è successo con gli accordi per la via della seta. La Russia dal 2013 pratica una guerra ibrida nei confronti dell'Europa e dell'Occidente per farci credere che le nostre democrazia sono deboli. Medvedev ha detto se preferiamo la libertà al frigorifero. Sì, noi preferiamo la libertà al frigorifero".
Il giallo della tenuta di Medvedev nel Chianti
Come riporta la Stampa, peraltro, Dmitry Medvedev è il beneficiario reale di "una elegantissima proprietà in Italia, in Toscana, nel Chianti, una fattoria e azienda vitivinicola di 36 ettari, di nome L'Aiola. Medvedev negò tutto. E negò tutto anche il presunto prestanome, che fu a lungo uno dei vicedirettori di Gazprombank, Ilya Eliseev, laureato nella stessa università e nello steso corso di studi di Medvedev, uno dei suoi amici di più lunga data". Secondo il quotidiano torinese, "il legame tra Eliseev e Medvedev è fortissimo, e ammesso. E anche Usmanov è un grande investitore in Italia, con diverse ville colpite dalle sanzioni e sequestrate dal governo Draghi. È Eliseev che, con una sua società offshore, ha comprato il vigneto e la tenuta nel Chianti, tra Radda in Chianti e Castelnuovo Berardenga (già del liberale Giovanni Malagodi) e due yacht", scrive la Stampa.
L'ammiraglio Cavo Dragone: "Così la Marina italiana ha respinto le navi russe nell'Adriatico"
L’ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone ha invece rilasciata un'intervista a Repubblica in cui racconta come la Marina italiana ha respinto le navi russe dall'Adriatico. "Nel Mediterraneo c’è una competizione costante. Non esiste più la vecchia idea di pace: si passa direttamente dalla competizione alla crisi, che rischia di trasformarsi in conflitto", spiega l'ammiraglio, che spiega che le navi russe "non hanno certo bloccato il Canale d’Otranto: il traffico navale è proseguito tranquillamente. È stata un’operazione di pattugliamento, subito contrastata dall’azione della nostra Marina. Non si è trattato di un confronto tra la Nato e i russi o tra gli americani e i russi: in quelle acque c’era la portaerei “Truman”, che però agisce sotto comando statunitense. Sono state le forze italiane a prendere le contromisure".
E a Repubblica spiega la reazione: "Appena il comando della squadra navale è venuto a conoscenza dei movimenti russi, l’ammiraglio Aurelio De Carolis ha mobilitato le unità più vicine, che in quel momento erano impegnate nel dispositivo europeo di Irini, nella missione di pattugliamento della Nato e nella normale vigilanza marittima. Una reazione fluida, da manuale, ordinando quella che viene chiamata “un’operazione di ricerca”. Si sono mosse due fregate Fremm, le più moderne della nostra flotta. La “Bergamini” sul caccia russo “Ammiraglio Tributs”; la “Marceglia” sull’incrociatore “Varyag”. Gli aerei P72 dell’Aeronautica le hanno sorvolate senza sosta. Poi è sopraggiunta pure la fregata “Libeccio”. Insomma, non le abbiamo mollate un attimo", dice l'ammiraglio a Repubblica.