Messina, boss pronti a prendersi l'eco bonus: 81 arresti

Maxi blitz, 81 arresti e 5 misure cautelari in Sicilia e Calabria, eseguito all'alba dai carabinieri di Messina

Cronache
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Messina, maxi operazione contro clan mafioso, 81 arresti e 5 misure cautelari

Dalle prime luci dell'alba di stamattina tra Sicilia e Calabria, i carabinieri del Comando Provinciale di Messina hanno dato esecuzione a ordinanze di custodia cautelare emesse, su richiesta della Procura Distrettuale Antimafia di Messina, dal Gip del locale Tribunale, nei confronti di 86 persone, sul cui conto il Gip ha riscontrato gravi indizi di colpevolezza: 81 gli arresti, più misure cautelari per le altre 5 persone.

Le accuse sono di associazione di tipo mafioso, estorsione, scambio elettorale politico mafioso, trasferimento fraudolento di valori, detenzione e porto illegali di armi, incendio, associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti, sfruttamento della prostituzione, con l'aggravante del metodo mafioso.

Mafia, nel mirino del clan l'ecobonus 110%

L’attività investigativa è il risultato di una più ampia, progressiva e strutturata manovra - condotta dal 2018 a oggi e coordinata dalla Procura Distrettuale di Messina e finalizzata a disarticolare l’attuale operatività della famiglia mafiosa “dei barcellonesi”, storicamente radicata nel comune di  Barcellona Pozzo di Gotto, capace di esercitare un costante tentativo di infiltrazione in attività imprenditoriali e di economia lecita, sia nel settore della commercializzazione di prodotti ortofrutticoli, sia nella conduzione del business dei locali notturni e ricreativi del litorale tirrenico nell’area di Milazzo, in cui, oltre a imporre i servizi di sicurezza mediante l’utilizzo di metodi coercitivi e intimidatori, l’associazione mafiosa è sovente intervenuta per condizionare i titolari nell’attività gestionale.

Dall'indagine è emerso che il presunto boss della famiglia barcellonese, Mariano Foti, aveva preso contatti con imprenditori e politici locali tra cui Mario Tindaro Ilacqua, dipendente della Pi.esse.i. srl, ditta specializzata nel settore delle energie rinnovabili.

L'obiettivo era la costituzione di una rete imprenditoriale per appalti legati all’eco bonus 110%. Il clan avrebbe creato le basi per una “rete commerciale a cui affidare il compito di segnalare gli edifici su cui effettuare i lavori di ristrutturazione edilizia e di efficientamento energetico previsti dall’ecobonus”.

(segue)

Mafia, discoteche, ortofrutticolo, droga e voto di scambio

Dall'attività investigativa è anche emerso che il clan imponeva alle discoteche, attraverso metodi violenti e intimidazioni, i servizi di sicurezza e interveniva per condizionare i titolari dei locali nella gestione delle loro attività. 

Nelle attività svolte dal clan rientra la riscossione sistematica e programmata delle estorsioni da prelevare nelle festività di Pasqua, Natale e Ferragosto, ma non solo. Azioni intimidatorie quali incendi e violenze, in un contesto di assenza di collaborazione da parte delle vittime che spesso non hanno denunciato il ritrovamento di bottiglie incendiarie.

Accertata la disponibilità di armi, anche da guerra per monopolizzare le attività criminali nel territorio: il taglieggiamento degli imprenditori locali, il controllo del business della prostituzione, esercitato nell’area milazzese da un’associazione promossa da individuo contiguo alla famiglia mafiosa, a cui venivano garantivi introiti in cambio di "protezione"; l’approvvigionamento di ingenti quantitativi di sostanza stupefacente, destinata alle piazze di spaccio barcellonesi, milazzesi e di altri comuni della provincia. 

Nel corso delle indagini sono stati sequestrati 19 kg di droghe di vario genere: cocainahashish, marijuana. Un ulteriore filone investigativo ha documentato inoltre una “filiera al dettaglio dello spaccio di sostanze stupefacenti del tipo marijuana, hashish, Lsd e cocaina, approvvigionate ad opera di due distinti gruppi criminali e distribuite nell’area di Milazzo, della Valle del Mela, del barcellonese e nelle Isole Eolie”. Emersa anche la gestione di bische clandestine, la capacità di stabili interlocuzioni con altre cosche radicate in Sicilia e in Calabria.

Infine, sono state inoltre riscontrate, in occasione delle elezioni amministrative tenutesi a Barcellona Pozzo di Gotto il 4 e il 5 ottobre 2020, interlocuzioni tra un uomo di vertice dell'associazione mafiosa e soggetti appartenenti al mondo della politica, "indicative di una promessa, in cambio di posti di lavoro e altre utilità, di supporto elettorale a un candidato". Un boss dei barcellonesi aveva dato l’appoggio ad alcuni politici locali, tra cui Carmelo Caliri della lista “Diventerà bellissima”, in cambio della promessa di assunzione del figlio Salvatore. Secondo le accuse, anche altri due presunti mafiosi avrebbero appoggiato la lista.

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